La disperazione del papà «Sono io il responsabile»
BOLZANO – È il giorno delle reazioni, dei perché, delle condanne e delle difese. Quanto accaduto ad Alex Schwazer, la sua estromissione dai Giochi a seguito dell’ assunzione di Epo è una questione nazionale, che continuerà ad avere risonanza: le parole si susseguiranno, si svolgeranno analisi, l’ atleta si troverà ad affrontare le conseguenze del suo gesto e sin d’ ora sa che potrà comunque contare su una famiglia pronta a proteggerlo. Papà disperato Nella mattinata di ieri sono arrivate le parole di papà Josef, che a differenza di mamma Maria Luise, sprofondata nel silenzio, affronta i cronisti e si assume la responsabilità di quanto accaduto. «Le responsabilità sono mie, perché se si vede un figlio, che durante tutto l’ anno è stato male, si deve capire e si deve cercare di parlargli. L’ ultima volta che è partito da qui – racconta l’ uomo davanti alla casa di famiglia con voce rotta dal pianto – era distrutto. Forse l’ ha fatto per non deludere gli altri. È stata al 100% la prima volta che ha fatto uso di queste sostanze. Per fortuna ha fatto solo questo. Si è liberato. Così non poteva andare avanti. Spero che adesso possa condurre una vita normale. Mio figlio psicologicamente non reggeva più. Si era chiuso in se stesso. Si allenava da solo. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui. Per Alex oggi non è il giorno più brutto, il peggiore è quello che verrà. Ripeto, la colpa è mia. Nei momenti difficili serve un padre che riesca a stare vicino ad un figlio. Per questo chiedo perdono ad Alex. Tireremo avanti. Ma ha una fidanzata speciale che gli sta accanto». Lo sport italiano I vertici nazionali di Coni e Fidal, intanto, condannano il gesto e difendono la decisione presa di non far gareggiare Schwazer. «È una pagina che non avrei mai voluto vivere – commenta il presidente del Coni Gianni Petrucci – risultati esaltanti, medagliere importante, tutto stava filando per il verso giusto, ma questa è stata una notizia che ci ha ferito. In due ore abbiamo deciso con Pagnozzi l’ esclusione, ma non siamo eroi o fenomeni. Siamo persone normali, serie e corrette. L’ avevamo detto: meglio medaglie in meno ma pulizia». Gli fa eco Franco Arese, numero uno dell’ atletica italiana. «Meglio però che sia arrivata prima della gara – analizza amaro il presidente della Fidal – fosse successo tutto dopo, sarebbe stato ancora peggio. Condividiamo la decisione del Coni di escluderlo immediatamente dalla squadra olimpica. Sarà punito duramente, com’ è ovvio che sia, ma vedo comunque, dalle dichiarazioni che ha reso, che ha avuto il coraggio di assumersi ogni responsabilità». «Un gesto infame». Questo, invece, l’ affondo di Mario Pescante, membro del Comitato Olimpico Internazionale. «Sono triste per lo sport italiano, ma anche contento perché questa squalifica significa che la lotta al doping sta funzionando – aggiunge Pescante – Il fatto che Schwazer abbia o meno agito da solo non toglie niente all’ infamia del gesto, anche se ritengo che un medico serio lo avrebbe sconsigliato». Severo Luigi Spagnolli, sindaco ed ex atleta. «Non si rende conto del male che ha fatto allo sport pulito, a chi credeva in lui, e anche all’ Alto Adige». Dall’ estero Campione olimpico a Pechino 2008, Schwazer, con il suo gesto, non ha unicamente conquistato le prime pagine dei quotidiani nazionali, ma ha scatenato reazioni in tutto il mondo. In Francia, l’ Equipe ha titolato «L’ Italia non ha bisogno di questo». Decisamente più pungente e diretto lo speciale trasmesso ieri pomeriggio dalla Zdf durante le Olimpiadi, nel quale si è messa in dubbio l’ integrità dell’ altoatesino in relazione a tutta la sua carriera. Meno attacchi «Evitiamo di metterlo alla gogna mediatica, lasciamolo stare». Diego Occhiuzzi, argento nella sciabola individuale e bronzo in quella a squadre alle Olimpiadi di Londra, parla così dell’ esclusione toccata al marciatore altoatesino. «Lui è un essere umano e in quanto tale può sbagliare – ha affermato – quello che è importante in questo momento è comportarci da campioni, reagire a questa situazione e cercare di fare del meglio per tornare ad alti livelli in maniera pulita. Perché lui, in passato, ha vinto in maniera pulita, ha fatto una sciocchezza e dovrà tornare a vincere come ha fatto per il passato». Azione legale Non pare dare molto ascolto alle dichiarazioni di Occhiuzzi il presidente del Codacons, Carlo Renzi, che annuncia il ricorso ad azioni legali a seguito del fattaccio. «Da questa vicenda escono danneggiati lo sport italiano, l’ immagine del nostro Paese e gli stessi cittadini – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Riteniamo che un atleta che commette un simile grave errore, e chi ha la responsabilità di vigilare perché tali episodi non si verifichino, debbano essere chiamati a rispondere dei danni arrecati». Paolo Gaiardelli RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Tags: Alex Schwazer, Carlo Rienzi, doping