7 Giugno 2016

La Consob ha nascosto i rischi di etruria & c. La lettera che ha ingannato i risparmiatori

La Consob ha nascosto i rischi di etruria & c. La lettera che ha ingannato i risparmiatori

CLAUDIO ANTONELLI Da ieri Giuseppe Vegas, numero uno della Consob, è sulla graticola. Milena Gabanelli, che quando si muove in genere viene seguita a stretto giro di posta da inchieste, ha chiesto le sue dimissioni. Con l’ accusa di aver consentito la vendita delle obbligazioni subordinate non scambiate senza un documento chiamato “scenario probabilistico”. Un testo che in modo molto semplice dice: acquistando la tal obbligazione si ha il 62% di probabilità di perdere metà del capitale. Report ha mostrato una lettera datata 3 maggio 2011 nella quale il responsabile divisione emittenti Consob scrive a Vegas: «Le banche saranno invitate a non inserire le informazioni sugli scenari di probabilità nel prospetto e ne richiederanno l’ eliminazione nel caso in cui qualche banca dovesse farlo di propria iniziativa, conformemente alle indicazioni fornite per le vie brevi dalla signoria vostra», si legge nella lettera mostrata da Rai3. Se il documento fosse stato reso obbligatorio, per capirsi, i bond subordinati emessi da Banca Etruria nel 2013 avrebbero riportato che il cliente aveva quasi il 63% di probabilità di perdere il 50% del capitale. Un linguaggio che chiunque sarebbe in grado di capire e afferrare. Non a caso il Codacons ha subito preso la palla al balzo. «Le dimissioni di Giuseppe Vegas non bastano. La Consob e il suo presidente dovranno rispondere in tribunale dei danni arrecati agli obbligazionisti di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti, in relazione alle omissioni dell’ ente e alle responsabilità sul fronte delle carenti informazioni rese ai risparmiatori circa i rischi degli investimenti», ha sentenziato ieri l’ associazione a tutela dei risparmiatori. Come dire, ci sarebbe un sacco di cocci rotti che qualcuno dovrebbe rimettere a posto. Ma la questione non è solo rivolta al passato. Sarebbe bene guardare al futuro. Come Libero ha già avuto modo di spiegare e raccontare meno di un mese fa, in questo momento ci sono sul mercato degli sportelli quasi 3,5 miliardi di euro di obbligazioni subordinate completamente illiquide. Negoziabili, cioè, solo dalle banche, le quali fanno il prezzo e ne decidono l’ eventuale riacquisto. Di queste emissioni, 1,85 miliardi di euro sono ancora in mano ai clienti. In gran parte si tratta di Bcc, ma anche di piccole Popolari. Tutti questi bond dovrebbero avere il prospetto probabilistico con il quale capire che fetta di capitale è concretamente a rischio. Fidarsi delle banche ormai è troppo ottimistico, visto il conflitto d’ interessi che esiste nel caso in cui chi vende e chi acquisto sta dietro allo stesso sportello. riproduzione riservata.

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