La concorrenza? Non va in treno
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fonte:
- Avvenire
DA MILANO C’ è qualche problema di concorrenza sui binari italiani. O- gni operatore che prova a sfidare Trenitalia nel mercato ferroviario nazionale incontra qualche ostacolo. È successo alla Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv) di Montezemolo e Della Valle, che ha l’obiettivo di lanciare i suoi treni Italo sull’alta velocità tra Milano e Roma dal settembre 2011. A ottobre Ntv ha invocato l’intervento del governo contro Rfi (la società di Ferrovie che gestisce la rete), accusata di ostacolare le «corse prova» dei treni di Ntv e di non avere fornito ai rivali, nonostante la legge lo prevedesse, un centro di manutenzione per il materiale rotabile. Raggiunto un accordo a Palazzo Chigi, oggi il clima tra le due aziende non si può definire buono ma almeno «è tranquillo» spiegano da Ntv. A novembre è toccato ad Arenaways, che a meno di una settimana dal debutto sulla Milano-Torino si è vista negare dal– l’Ursf (l’Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari, cioè l’organismo del ministero dei Trasporti che detta le regole sulla rete) la possibilità di fermarsi nelle dieci stazioni intermedie previste. Può caricare e scaricare passeggeri solo a Milano e Torino, ha stabilito l’Ursf, perché altrimenti la sua attività «compromette l’equilibrio economico del contratto di servizio pubblico» di Trenitalia. La società avviata da Giuseppe Arena ha fatto buon viso a cattivo gioco ed è partita lo stesso: dal 15 novembre offre quattro collegamenti al giorno tra i due capoluoghi di Regione, sperando in futuro di potersi fermare anche a metà strada. E magari di passare da Alessandria e Pavia, com’era nei progetti originari. Nel frattempo, assieme ad Altroconsumo e Codacons, Arenaways ha presentato un esposto all’Antitrust per un’altra vicenda: accusano Fs e Rfi di «abuso di posizione dominante» sulla gestione della rete, perché l’azienda pubblica che controlla Trenitalia avrebbe ostacolato, fin dal 2008, il debutto del nuovo operatore. Martedì il Garante della Concorrenza ha annunciato l’avvio di un’istruttoria sul caso.
Ma l’eco delle liti sui binari italiani è arrivata fino a Bruxelles. Il commissario europeo ai Trasporti, Sim Kallas, ha inviato due settimane fa alle autorità italiane una «lettera di pre-infrazione» per chiedere spiegazioni sulla decisione del 6 dicembre con cui l’Ursf ha deciso di impedire ai treni gestiti in collaborazione tra i tedeschi di Deutsche Bahn, gli austriaci di Obb Austrian Rail e l’italiana Le Nord (controllata dalla regione Lombardia) di fermarsi anche a Trento, Bolzano e Verona lungo il tragitto da Monaco di Baviera a Bologna, passando per Innsbruck. La motivazione dell’Ursf è la stessa che vale per Arenaways: quelle fermate «compromettono l’equilibrio economico del contratto di servizio pubblico» che Trenitalia ha firmato con le Regioni interessate. Significa che il profitto che l’azienda di Stato ottiene su quelle tratte si riduce troppo a causa dell’arrivo di un operatore concorrente. L’immediata protesta delle aziende coinvolte – che effettuano il servizio regolarmente da più di un anno e tra l’altro avevano già venduto i biglietti per le vacanze natalizie – ma anche l’ira di molti clienti e pure quella dei presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano, hanno spinto l’Ursf a posticipare di tre mesi il divieto. E così più o meno la sua entrata in vigore coinciderà con la scadenza del tempo utile concesso all’Italia da Bruxelles per dare le sue spiegazioni. La Commissione non è convinta che il criterio utilizzato dall’ufficio del ministero sia corretto e compatibile con le normative europee. La Commissione, spiega la portavoce di Kallas, guarda con «seria preoccupazione » questa vicenda.
Dubbi sugli ostacoli a Db-Obb tra Monaco e Bologna. Il ruolo del ministero dei Trasporti
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