3 Marzo 2010

la Commissione europea dice sì agli organismi geneticamente modificati

ROMA – Dopo dodici anni di veto, la Commissione europea dice sì agli organismi geneticamente modificati. Per il momento il via libera riguarda la patata Amflora, prodotta dalla multinazionale Basf, e altre tre nuove varietà di mais. L’ autorizzazione alla coltivazione della patata gm rimane limitata all’ uso industriale del tubero e, quindi, non finirà direttamente sulle nostre tavole. Amflora dovrà servire alla produzione di fecola, finalizzata alla produzione industriale di carta e colla. Il vantaggio sarebbe quello di avere una patata che ha un maggiore contenuto di amido. Solo gli eventuali residui potranno essere utilizzati nella preparazione di mangimi. Le tre nuove varietà di mais Ogm, invece, sono tutte destinate all’ importazione e la commercializzazione per l’ alimentazione degli animali. L’ annuncio della Commissione ha sollevato un polverone di polemiche, soprattutto tra chi da anni lotta contro la diffusione degli Ogm. In particolare, la patata Amflora è stata a lungo al centro di una controversia tra l’ autorità europea per la sicurezza alimentare, l’ Efsa, che ha dato il suo via libera tecnico, e le due autorità sanitarie, europea e mondiale, l’ Emea (agenzia Ue del farmaco) e l’ Oms. La controversia riguardava la presenza nell’ ogm di un gene "marker" che conferisce resistenza a un antibiotico ritenuto importante per la salute umana, la "canamicina". Ma la commissione europea assicura di aver esaminato gli ogm autorizzati «con la più grande attenzione». Tuttavia i Paesi membri contrari alla decisione possono fare appello alla «clausola di salvaguardia» per impedire la coltivazione all’ interno del territorio nazionale. Uno strumento già utilizzato da altri paesi per impedire la coltivazione del mais ogm Monsanto 810, la cui coltura è stata approvata dall’ Ue nel 1998. Nel nostro Paese, invece, il mais della Monsanto potrebbe fare la sua prima apparizione ad aprile, grazie alla sentenza favorevole rilasciata dal Consiglio di Stato. Ma in Italia sono molti i contrari agli Ogm, sia per motivi legati alla sicurezza che per ragioni economiche. In primis Luca Zaia, ministro per le Politiche agricole. «Non solo non ci riconosciamo in questa decisione – commenta – ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia». Critica anche la posizione del Pd. «Quella dell’ Unione Europea sugli ogm è una decisione molto grave», dice Ermete Realacci, responsabile ambiente del Pd. Preoccupate anche le associazione dei consumatori – Adoc, Federconsumatori, Coldiretti, Codacons, Slow Food – tutte preoccupate per gli eventuali rischi di questi ogm sulla salute. Il Vaticano, invece, dice sì agli ogm ma solo per combattere la fame del mondo. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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