23 Dicembre 2013

«La casa non sia sempre il Bancomat di Stato»

«La casa non sia sempre il Bancomat di Stato»

ROMA – Troppi rincari delle tasse sulla casa mentre sta per riesplodere l’ emergenza sfratti. È un coro di proteste quello delle associazioni, dall’ Ance al Codacons e alla Confedilizia, a fronte delle ipotesi di modifiche al rialzo al tetto dell’ aliquota Tasi e della imminente scadenza, a fine dicembre, della proroga di un anno all’ esecuzione degli sfratti. Per gennaio è annunciato, intanto, il decreto “Casa2” che dovrebbe contenere novità rilevanti per favorire gli affitti a canone concordato, grazie al fondo di garanzia, o come il fondo per aiutare i morosi incolpevoli. Si parla anche di un calo ulteriore della cedolare secca. Queste le ipotesi sul tavolo anche se, a oggi, ancora non sembra contemplata una nuova proroga sugli sfratti né nel decreto Casa2 e neanche nel Milleproroghe atteso il 27 dicembre nel Consiglio dei ministri. Così, se non ci saranno interventi dell’ ultim’ ora, dal prossimo 1 gennaio diverranno esecutivi gli sfratti «a danno di migliaia e migliaia di famiglie che, a causa della crisi economica, non riescono più a pagare gli affitti», denuncia il Codacons. Per evitare l’ emergenza, l’ associazione chiede che sia prorogata di un altro anno l’ esecuzione degli sfratti, in favore di anziani, disabili, malati e famiglie con reddito inferiore ai 27mila euro. Ma la casa per le famiglie italiane si sta trasformando in una sorta di «Bancomat dello Stato per fare cassa». Così l’ Ance denuncia «il paradosso tutto italiano che quando c’ è bisogno di far cassa ci si rivolge sempre e solo alla casa, il bene principale degli italiani». E per protestare contro una «fiscalità immobiliare che è già smodata», Confedilizia per la prima volta arriva a minacciare «azioni forti» se ci saranno ulteriori aggravi, come avverte il presidente, il piacentino Corrado Sforza Fogliani, che aggiunge: «La proprietà edilizia ha tradizioni di ordine e rispetto della legge. Ma se la classe politica considera queste caratteristiche una debolezza non c’ è più dialogo». L’ associazione dei proprietari calcola che con la duplice richiesta dei Comuni di portare l’ aliquota massima dell’ Imu-bis dal 2,5 al 3,5 per mille e di rimuovere il limite del 10,6 per mille per le due Imu, quest’ anno verranno chiesti ai piccoli proprietari, «solo per le due Imu, 28 miliardi e mezzo contro i 20 di quest’ anno e i 9,2 miliardi dell’ Ici 2011». Si tratta di «una triplicazione del carico tributario in soli quattro anni» che grava soprattutto sulla piccola proprietà mentre restano «privilegi» e vantaggi per la grande proprietà speculativa.

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