La carica dei 4mila contro Consoli, ma l’ udienza salta
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fonte:
- Il Gazzettino
mancate notifiche all’ ex amministratore delegato e ad altri indagati per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza: il gup rinvia all’ 11 dicembre
GIUSTIZIA FRENATA VENEZIA Veneto Banca, quasi quattromila ex soci più Banca d’ Italia e Consob volevano costituirsi parti civili ieri all’ udienza preliminare nel procedimento che vede imputati l’ ex presidente Flavio Trinca, l’ ex Ad Vincenzo Consoli ed altri 9 tra manager e sindaci. A Roma s’ è presentato un battaglione di circa 150 avvocati per perorare la causa dei 3963 risparmiatori arrabbiati, stimati professionisti arrivati da tutt’ Italia, Puglia, Campania, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia e ovviamente Veneto con l’ avvocato trevigiano Sergio Calvetti che da solo era pronto a costituire circa 2650 ex soci della banca di Montebelluna. Tutto per nulla. L’ udienza di ieri infatti è stata rinviata all’ 11 dicembre. PROCESSO: SI DECIDE IN MARZO Il giudice per le udienze preliminari Lorenzo Ferri ha dovuto constatare l’ impossibilità di celebrare l’ udienza per un difetto di notifica nei confronti del principale imputato Vincenzo Consoli e per Flavio Marcolin, ex responsabile degli affari societari e legali. Problemi di notifica anche per Diego Xausa, ex componente del collegio sindacale di Veneto Banca. La raccolta delle richieste di costituzione di parti civili e le eventuali obiezioni a queste legate occuperanno le udienze dell’ 11 e del 19 dicembre. La decisione se celebrare il processo o meno da parte del gup è prevista per il 9 marzo prossimo. Sia Consoli che Trinca sono pronti ad andare fino in fondo e non chiederanno riti abbreviati. Al centro dell’ inchiesta dei pm Stefano Pesci e Maria Sabina Calabretta episodi di ostacolo alle attività di vigilanza di Bankitalia e della Consob dal 2012 al 2014 e di aggiotaggio. «Sembrava di assistere alla comunione in chiesa in una messa molto affollata – racconta uno degli avvocati presenti – al posto della particola il giudice doveva dispensare la costituzione di parte civile. C’ erano due cancellieri all’ opera e i carabinieri a sorvegliare il tutto». Fa specie che nell’ era di internet, delle comunicazioni istantanee online, degli smartphone e della posta certificata un’ udienza debba saltare per una cartolina non tornata al mittente. La giustizia italiana viaggia ancora su calesse e carrozza mentre le informazioni vanno a velocità di un click. Assurdo. Di questo passo la prescrizione è più di un rischio. «Siamo preoccupati che l’ 11 dicembre non emergano ulteriori difetti di procedura e molti scommettono che possa succedere – avverte Franco Conte, presidente di Codacons del Veneto che cura un centinaio di risparmiatori e soci che si sentono truffati, casi emblematici come persone che sono state costrette a comprare azioni per avere il mutuo o il fido, gli anziani con il Mifid contraffatto o le azioni erano sopravvalutate anche dopo le ultime ammissioni di Bankitalia -. Il fatto che così tante persone assumendosi dei costi si vogliono costituire parte civile, con zero possibilità di portare a casa un euro dagli imputati, evidenzia come vi sia un grande problema sociale, tantissime persone sono arrabbiate e vogliono giustizia, il risarcimento arriverà solo da un intervento del Parlamento in questa finanziaria. La preoccupazione oggi è che venga approvato in fretta e non diventi oggetto di speculazione elettorale visto che è stato firmato da tutti i gruppi politici». Conte poi prevede che possa aprirsi anche un altro processo sempre su Veneto Banca, questa volta a Treviso: «Si potrebbero delineare i reati di truffa, estorsione e falso in prospetto, l’ udienza preliminare potrebbe celebrarsi nella primavera del 2018, potrebbe essere l’ occasione di farsi valere per altri risparmiatori». MIATELLO: RIMBORSI SUBITO «Questo rinvio dimostra che la giustizia ha dei grossi problemi, si poteva evitare di far slittare un’ udienza così importante dal punto di vista sociale e questo conferma che dare una risposta dai tribunali ai risparmiatori traditi sarà molto difficile – avverte Patrizio Miatello dell’ associazione Ezzelino III da Onara – è adesso ancora più cruciale che si vada a far decollare il fondo per i rimborsi. La politica non si deve dividere su questo passaggio cruciale. Il tempo sta scadendo, tutti i parlamentari erano favorevoli, che lo approvino in fretta». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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