La Capitaneria «Schettino perse un’ora preziosa»
-
fonte:
- Il Mattino
Inviato Grosseto. Il procuratore Francesco Verusio si sposta per qualche ora a Porto Santo Stefano. È da lì che, su una motovedetta, si dirige verso il Giglio. Una ricognizione programmata, per ripercorrere la stessa rotta seguita dalla Concordia al momento del naufragio. Dice il procuratore: «Abbiamo voluto verificare le manovre che ci sono state descritte negli interrogatori, per renderci meglio conto e capire come sia avvenuta questa tragedia immane provocata da un’ imprudenza imperdonabile». Nell’ inchiesta per omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave, sono coinvolte sempre due persone: il comandante Francesco Schettino agli arresti domiciliari da dieci giorni e il suo vice Ciro Ambrosio di Torre del Greco, che questa mattina sarà per la prima volta interrogato in Procura dagli inquirenti. Ambrosio fu intercettato in un breve colloquio con Schettino nella caserma dei carabinieri di Orbetello il 14 gennaio. Diceva, registrato dalle microspie: «Non era uno scoglio che si vedeva a occhio nudo, ma una cosa sommersa andando diritto non c’ era nulla da deviare, nessuna anomalia». Assistito dall’ avvocato Salvatore Catalano, il comandante in seconda fornirà per la prima volta la sua versione in attesa dell’ incidente probatorio fissato il 3 marzo, che affiderà la perizia sulla scatola nera della Concordia all’ ammiraglio Giuseppe Lavo Dragone, il contrammiraglio Francesco Carpinteri e i professori Enzo Dalle Mese e Mario Maestro. Il procuratore capo mette le mani avanti: «Non sarà un’ inchiesta breve». Due giorni fa, nella caserma dei carabinieri per 8 ore sono stati sentiti altri 4 ufficiali di bordo come testimoni. I magistrati della Procura raccolgono elementi in vista dell’ udienza al Tribunale per il riesame di Firenze, che il 10 febbraio dovrà decidere sugli arresti domiciliari di Schettino. In attesa, dalle audizioni alla commissione Lavori pubblici del Senato ancora bordate sul comandante. Stavolta, a parlare è il comandante delle Capitanerie di porto, Marco Brusco che ha dichiarato: «Se Schettino non avesse perso un’ ora preziosa per dare l’ allarme, non ci sarebbero stati tanti morti. La responsabilità è sua». Si preparano intanto raffiche di denunce dei passeggeri. L’ avvocato Giulia Bongiorno ha ricevuto da 50 ospiti della Concordia l’ incarico a preparare una denuncia penale collettiva, la cosiddetta class action. Spiega la penalista: «In questa vicenda esiste un concorso di responsabilità da parte di una pluralità di soggetti da accertare». Insomma, no ad un unico capro espiatorio e il Codacons fa spare: «La Costa ha offerto solo 10mila euro a passeggero più le spese legali, un’ elemosina». I magistrati di Grosseto continuano le loro indagini e al Giglio non si fermano le operazioni di perlustrazione e recupero nella Concordia. I sommozzatori cercano ancora, ma nessuno si fa illusioni sulla possibilità di trovare ancora qualcuno vivo. Lo ha detto con chiarezza il commissario per l’ emergenza, Franco Gabrielli: «Non ci sono più speranze di vita». La quarta vittima tedesca, recuperata negli ultimi giorni, è stata riconosciuta: si tratta di un berlinese di 64 anni. Restano ancora otto i tedeschi dispersi, su un totale di 16 persone di cui non si sa nulla. Secondo indiscrezioni, alcuni corpi potrebbero trovarsi nei vani degli ascensori risucchiati dall’ impeto dell’ acqua. Il bilancio resta al momento di 16 vittime e 16 dispersi. Nelle ultime ore, sono stati ispezionati i ponti sei, sette e otto, ma dice il comandante regionale dei vigili del fuoco, Cosimo Pulito: «Non ispezioneremo le cucine e la sala macchine. Alcuni locali ci sono stati inibiti e non potremo entrarci». Esistono problemi sanitari per il materiale in putrefazione a bordo e, sul molo del Giglio, è in funzione un macchinario che sottopone a particolari lavaggi i sommozzatori e le loro attrezzature dopo le ispezioni nella nave. Per precauzione, sub e vigili del fuoco sono stati vaccinati contro il tifo. Resta invece sempre vivo l’ allarme ambientale: fino al completo recupero delle 2400 tonnellate di gasolio contenute nella pancia della Concordia c’ è sempre pericolo di inquinamento. Sono state sistemate le valvole sui primi sei serbatoi, che contengono la metà del gasolio totale. Le operazioni di svuotamento dovrebbero iniziare domani, ma sono in allerta 200 volontari della Protezione civile. Sono pronti a intervenire, per arginare l’ eventuale emergenza ambientale. Tutti sperano che restino inoperosi. Intanto, il ministro Clini ha incontrato gli armatori «Abbiamo condiviso – ha affermato – di assumere le migliori norme già adottate da altri Paesi, europei e non». Poi ha sottolineato che bisogna recuperare il «danno all’ immagine dell’ Italia» causato dalla tragedia del Giglio naufragio della Concordia. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- TRASPORTI