7 Novembre 2014

La bomba d’ acqua dura pochi minuti a Roma restano solo caos e disagi

La bomba d’ acqua dura pochi minuti a Roma restano solo caos e disagi

L’ EMERGENZA ROMA Tre violenti temporali, uno la mattina e gli altri dal pomeriggio, pioggia e grandine soprattutto a Roma Nord e a Ostia, strade e sottopassi allagati, stazioni metro della linea A chiuse, ma nessun danno ingente. A impressionare i romani, abituati all’ emergenza disagi dettata dalle piogge, è stato soprattutto il minaccioso cielo grigio che ha oscurato la capitale poco dopo le 15.30, l’ orario nel quale ci sarebbe dovuto essere il picco del maltempo che i bollettini meteo hanno definito da «codice rosso». A Roma molti hanno seguito le indicazioni del Comune («evitate gli spostamenti») tanto che i vagoni della metro e quartieri centrali come Prati ieri apparivano svuotati. E mentre su Twitter impazzava l’ hashtag sarcastico #aspettandoildiluvio, il Codacons stimava «un danno di almeno 5 milioni di euro» per le scuole chiuse che hanno costretto i genitori a prendere permessi, o a ricorrere ad una baby sitter. L’ allerta meteo oggi è stata declassata ad «arancione» e le scuole riapriranno, così come stabilito dal prefetto Giuseppe Pecoraro. Nel resto d’ Italia permane l’ allerta invece, in particolare a Massa Carrara dove ieri sono esplose le polemiche sulla rottura degli argini del fiume Carrione che ha provocato 400 sfollati e in Emilia-Romagna dove a far paura è la piena del fiume Po. PAURA Dalle 7 è caduta una media di oltre 25 millimetri di pioggia con picchi di 40, riproponendo ai romani l’ ormai noto scenario dei disagi che strozzano Roma quando il cielo si oscura. A cominciare dalle stazioni metro della linea A dell’ area sud-est chiuse e riaperte a singhiozzo, immerse da fiumi di acqua. Chiusa la Panoramica che collega Monte Mario al resto di Roma, auto in panne tra via Pontina e via Cristoforo Colombo dove l’ acqua ha raggiunto 60 centimetri e un disabile è riuscito a mettersi in salvo uscendo dall’ auto. In periferia, sulla Laurentina, sono saltati i tombini, vecchio malanno di Roma: ce ne sono mezzo milione, l’ ultima pulizia straordinaria solo sul 5% del totale risale all’ estate del 2013. Anche i sottopassi in molte zone (Appia, Ciampino, San Giovanni, San Paolo, Tiburtina, Casilina) hanno rivissuto dopo giugno l’ incubo dell’ allagamento, richiedendo in alcuni casi l’ intervento dei vigili del fuoco. Nel quartiere Prima Porta (zona flagellata dall’ alluvione di gennaio) solo tanta paura, mentre sul litorale romano, dove si temevano i disagi maggiori, erano pronti a intervenire i sommozzatori: nel pomeriggio una forte grandinata ha colpito Casalpalocco e Infernetto, ma fortunatamente lo spettro dell’ alluvione del 2011 (morì un cingalese sommerso dall’ acqua in uno scantinato) si è presto dissolto quando la perturbazione si è spostata su Roma nord dove sono caduti chicchi di grandine molto grandi. Decolli rallentati all’ aeroporto di Fiumicino dove sono stati deviati 6 voli da Ciampino e dove alcune aree del Terminal sono rimaste allagate. Infiltrazioni d’ acqua anche in aula Giulio Cesare sede dell’ Assemblea capitolina ristrutturata quattro anni fa, allagato l’ Osservatorio astronomico papale a Castel Gandolfo, mentre una mamma ha partorito in auto a Tivoli. Oltre 2.000 le chiamate alla Protezione Civile (250 gli interventi), 800 le persone messe in campo: tra loro un giardiniere colpito da infarto alla fine del turno di lavoro. Laura Bogliolo © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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