1 Aprile 2010

La benzina corre tra le polemiche

R iempire il serbatoio dell’auto per affrontare il traffico dell’esodo pasquale quest’anno sarà particolarmente costoso. L’Istat ha certificato che a marzo il prezzo delle benzina è stato più alto del 16,7% rispetto ad un anno fa e del 2,7% rispetto a febbraio. L’ondata rialzista non si è fermata. Ieri la Shell ha portato il suo prezzo consigliato per la verde a 1,422 euro al litro, il più alto di tutti, ma ormai nessuna compagnia propone la verde a un prezzo inferiore agli 1,4 euro (anche se i risparmi, nei singoli distributori, sono sempre possibili).
Le compagnie dei consumatori vanno all’attacco. Adusbef e Federconsumatori calcolano rincari che peseranno per 210 euro sulle tasche di ogni automobilista, e dicono che è «inspiegabile » come il prezzo del carburante oggi sia «superiore di 10 centesimi rispetto a quello di gennaio, periodo in cui il costo del petrolio era allo stesso livello di quello odierno». Il pieno costerà 10 euro in più, e le compagnie petrolifere guadagneranno durante queste vacanze pasquali 50 milioni in più rispetto alla Pasqua 2009, aggiunge l’Adoc. Il Codacons chiede al governo di intervenire, e i partiti non esitano a buttarsi nella polemica. Il deputato dell’Udc Angelo Compagnon chiede all’esecutivo di eliminare le accise, mentre Sergio Divina, senatore della Lega, attacca l’Unione petrolifera, definendo i suoi numeri «una presa in giro, perché sappiamo benissimo che la benzina e il gasolio, in Italia, sono tra i più cari d’Europa».
L’Up risponde definendo le proteste delle associazioni dei consumatori «infondate e demagogiche», ricordando come fare paragoni ‘secchi’ tra il costo del petrolio e quello della benzina è sbagliato, facendo notare che tra gennaio e marzo il prezzo industriale della benzina è cresciuto di 4,4 centesimi, rincaro inferiore ai 4,7 centesimi del costo della materia prima raffinata. Da un nostro confronto tra il prezzo di petrolio (in euro), benzina sui mercati internazionali e benzina al distributore risulta che rispetto a gennaio gli aumenti siano rispettivamente del 9,4%, del 12,34% e del 5%.
Resta il divario tra il prezzo italiano e quello europeo (salito da 2,6 a 4,3 centesimi al litro nella settimana del 22 marzo). Per abbatterlo, ha ribadito anche ieri il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, «presto» arriverrà una riforma «condivisa» del sistema di distribuzione.

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