La Bce alza i tassi per fermare i prezzi Il costo del denaro all’ 1,5%. Nuove strette in vista
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fonte:
- Avvenire
DA BRUXELLES C ome ampiamente previsto, ieri la Banca Centrale Europea ha proceduto al secondo aumento del tasso di riferimento principale all’ 1,5%, con un incremento di 25 punti base. Aumentano, rispettivamente allo 0,75% e al 2,25% anche il tasso sui depositi e quello marginale. Subito dopo la diffusione della notizia, l’ euro è sceso a 1,42 dollari. Secondo il Codacons, il rialzo comporterà un aumento di spesa pari a 204 euro all’ anno per i 2,3 milioni di famiglie italiane che pagano un mutuo a tasso variabile. Federconsumatori e Adusbef parlano invece di un aumento di 132 euro l’ anno per un mutuo decennale di 100.000 euro. La decisione del rialzo, per quanto ormai scontata, segna la crescente preoccupazione dell’ Eurotower per la ripresa dell’ inflazione, anche se la Bce ha dovuto al tempo stesso mettere in guardia da un rallentamento della ripresa di Eurolandia. Il rialzo dei tassi, ha spiegato il presidente della Banca Centrale, Jean-Claude Trichet, è «reso necessario dai rischi in aumento per la stabilità dei prezzi». Secondo il banchiere francese, l’ inflazione nell’ eurozona «resterà in futuro nettamente sopra il 2% nei prossimi mesi». E in effetti l’ ultimo dato disponibile, quello di giugno, fotografa il caroprezzi al 2,7% medio nel 17 paesi della moneta unica. «Continueremo a monitorare da vicino gli sviluppi concernenti l’ aumento dei rischi alla stabilità dei prezzi», ha avvertito ancora Trichet. Una frase che lascia presagire nuove strette. Molti analisti prevedono un altro aumento di 25 punti base il prossimo autunno. Non mancano critiche, anche perché la ripresa economica non è ancora solidissima, lo stesso presidente della Bce ha affermato che nel secondo trimestre 2011 si è registrata «una decelerazione del ritmo di crescita, anche se continua ad essere positiva». Alla consueta conferenza stampa a Francoforte dopo la riunione del board non potevano mancare ovviamente domande sulla crisi dei debiti sovrani, a cominciare dal drastico declassamento a sorpresa del Portogallo da parte di Moody’ s, che in un colpo solo ha abbassato di quattro livelli il rating del debito lusitano. Ieri la Bce ha deciso di sospendere per il Portogallo, come già fatto per la Grecia, i requisiti di rating per accettare titoli di Stato a garanzia della liquidità. In questo modo, ha detto Trichet, la Banca ha dato «una risposta immediata» alla scelta di Moody’ s. E non è mancato neppure un commento sul ruolo stesso delle agenzie di rating, sempre più contestate soprattutto in Europa. Inevitabile, infine, un riferimento ai piani europei di un coinvolgimento dei privati nel nuovo piano di salvataggio della Grecia da 110-120 miliardi di euro che dovrà essere messo a punto in autunno. Smentendo chi sperava in un ammorbidimento della posizione della Bce, Trichet è stato categorico: «Noi diciamo no a un default selettivo». Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet.
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