La Base non si ferma, anche Obama lo sa
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fonte:
- Corriere del Veneto
«L’amministrazione Obama è al corrente del progetto Dal Molin». E, sia chiaro, «le forze armate statunitensi completeranno il progetto ». Così ha risposto il colonnello Vincent Freeman, a capo dell’ufficio di cooperazione per la Difesa nell’ambasciata Usa, al Codacons che a luglio aveva chiesto di sospendere i lavori di ampliamento della base americana a Vicenza. Si spengono, così, le speranze di chi confidava nell’elezione di Barack Obama per continuare a credere nello stop al progetto militare a stelle e strisce. Oltre a mettere nero su bianco il fatto che il nuovo presidente degli Stati Uniti è a conoscenza di quanto si sta costruendo nell’area dell’aeroporto berico, il colonnello Freeman ribadisce anche altre questioni, per sottolineare come tutto stia procedendo verso la costruzione del Dal Molin. «Le forze armate statunistensi scrive rimangono fermamente vincolate al rispetto degli impegni di sicurezza collettiva e degli obblighi internazionali verso la Nato e l’Italia. Il governo italiano ha fornito il proprio supporto al progetto Dal Molin per il quale il governo statutnitense ha stanziato i fondi necessari. Le forze armate statunitensi completeranno il progetto con la costruzione di infrastruture moderne, eseguite a regola d’arte, nel pieno rispetto dell’ambiente». La lettera si conclude invitando il presidente nazionale del Codacons Carlo Rienzi a rivolgersi al commissario straordinario Paolo Costa «per ulteriori chiarimenti ». Bastano insomma venti righe per mandare in frantumi il sogno «Yes we can» che gli oppositori vicentini al Dal Molin a stelle e strisce avevano accarezzato lo scorso novembre, all’indomani del arrivo alla Casa Bianca di Obama. Ora, il clima è del tutto diverso. Il Presidio Permamente contro la base, che proprio in questi giorni sta organizzando il suo festival, annuncia di voler cambiare completamente strategia. Dalla sensibilizzazione degli States all’opposizione. «Stiamo programmando un viaggio negli Usa afferma Francesco Pavin, uno dei portavoce non per supplicare di tornare indietro, ma per far capire che chiunque calpesta i diritti troverà una comunità in lotta che esprimerà il proprio dissenso con l’inimicizia verso i soldati americani e le ditte che stanno lavorando alla base». Il Codacons, che annuncia di aver presentato al Tar del Lazio ricorso sul progetto definitivo, non usa mezzi termini: «Il nuovo presidente, che aveva annunciato cambiamenti fondamentali nella politica americana, non sembra cambiare rotta rispetto al suo predecessore George W. Bush, almeno sulla spinosa questione della base di Vicenza». Deluso anche Giancarlo Albera del Coordinamento dei comitati. «Ci rimandano dice al commissario Costa, il quale ha affermato che vigilerà a difesa dei vicentini. Noi siamo stanchi di risarcimenti post danno ». A Palazzo Trissino, invece, si dava per scontato che Obama conoscesse la questione. «Ci mancherebbe solo che l’amministrazione Obama non fosse a conoscenza del progetto Dal Molin commenta Jacopo Bulgarini d’Elci, portavoce del sindaco di Vicenza Achille Variati, assente per ferie La nuova base consentirà agli Usa di riunificare la 173esima Brigata Aviotrasportata, un contingente assai rilevante per le forze armate americane. Vicenza diventerà la città italiana con la maggior percentuale di presenza statunitense rispetto alla popolazione. Data l’importanza di questa operazione, e il notevole sacrificio chiesto alla città davamo francamente per scontato che il governo Usa ne fosse a conoscenza. Il contrario sarebbe stato deprimente, e anche un po’ offensivo». E Roberto Cattaneo ,del comitato Sì dal Molin, sentenzia: «Era chiaro che Obama sapeva. Chi sperava in un "no" rimane con le pile nel sacco». Intanto, nelle vicinanze dell’aeroporto dopo i rumori, ora gli abitanti cominciano a lamentarsi anche per gli odori provocati dai camion che trasportano i pali per la base.
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