L’ onda dei gilet gialli paralizza la Francia per il caro-benzina
- fonte:
- Gazzetta dello sport
scoppiano le proteste contro il governo macron un morto, 200 feriti: caos a parigi e al monte bianco
# Jacline Mouraud, 50 anni, ipnoterapeuta, suonatrice di fisarmonica, una dei 310 abitanti di Montigny-le-Guesdier. È diventata una nuova icona francese dell’ anti-politica. In un video postato sui social, un mese fa, la Mouraud, il cui vecchio Suv le costa più di metà di ciò che guadagna, diceva: «Quando finirà la vostra caccia all’ automobilista? Ci avete venduto i vostri diesel raccontandoci che erano più ecologici. Oggi ci dite che vi danno fastidio e dobbiamo cambiarli con il vostro mini-bonus?». Risultato: 6 milioni di clic. Che ieri sono diventati la protesta dei “gilet gialli”, perché tutti indossavano il giubbotto catarifrangente che è obbligatorio tenere in auto. In Francia, oltre 282 mila persone hanno dato vita ad almeno 2400 blocchi di strade, aree di servizio, cavalcavia, centri commerciali, dal Monte Bianco, a Sud (tanto che al traforo è stato disposto lo stop ai mezzi pesanti) ad Arras, nel Nord; da Bordeaux alla periferia di Rennes, dove i manifestanti hanno occupato la tangenziale. Bilancio: in Savoia, una manifestante uccisa dall’ auto di una donna che portava la figlia in ospedale e che, circondata dalle proteste, ha forzato il blocco per il panico; 227 feriti (6 quelli gravi), 73 arrestati. E a Parigi, lancio di lacrimogeni per impedire l’ accesso nell’ area dell’ Eliseo. # Tutto nasce, in particolare, dal caro-benzina. Anche come provvedimenti contro l’ inquinamento, che in Francia determina costi per più di 100 miliardi l’ anno, il prezzo del gasolio è salito del 23% e quello della benzina del 15%. E il governo di Parigi ha fissato per gennaio 2019 ulteriori tasse, che faranno crescere il prezzo del gasolio di 6,5 centesimi al litro e quello della benzina di 2,9. «Come usate i soldi che ci fate pagare, a parte comprare stoviglie di porcellana?», replica online la Mouraud, costretta ad arrotondare facendo la sorvegliante anti-incendi. La donna se la prende anche con l’ aumento di multe e pedaggi e con la diminuzione dei limiti di velocità: da 90 a 80 km all’ ora sulle strade extraurbane dove, nel 2017, ci sono stati la metà dei 3.684 morti in incidenti stradali in Francia. Temi che trovano applausi anche troppo facili. # Sotto i gilet, però, c’ è la rabbia per molti altri motivi… Per gli aumenti delle imposte sul gas, sul tabacco, dei contributi sociali in busta paga. Ma il cuore di questa protesta è nelle campagne, dove le famiglie che vivono con salari modesti sono costrette a prendere l’ automobile per recarsi al lavoro. Un sondaggio dell’ estate scorsa svelava poi come la paura di cadere in povertà cresca soprattutto tra gli impiegati (69%), gli operai (62%) e le professioni intermedie (57%), mentre fra i manager si mantenga sotto il livello di guardia. C’ è una Francia non di città che scarica Macron – già crollato nei sondaggi – e che si ritrova in cartelli come quello esposto da un “gilet giallo” a Rennes («Sono francese e sono stufo: uguaglianza, fraternità, libertà») o nelle parole di un uomo a Calais: «Siamo a-politici e a-sindacali». # Infatti il movimento dei «gi let gialli» non ha un’ organizzazione formale o un leader riconosciuto. Secondo un sondaggio, la protesta, nata sul , gode del sostegno del 73% della popolazione e del 54% degli elettori di Macron. E, non a caso, l’ onda viene cavalcata da politici di aree molto diverse. Marine Le Pen, leader nazionalista del Fronte Nazionale, ha invitato i suoi a partecipare alla protesta; il capofila della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, ha criticato la «manipolazione delle cifre dei presenti» ai cortei, la «drammatizzazione» da parte del governo delle proteste e ha esaltato «il clamore di una Marsigliese cantata di fronte all’ Eliseo, la dimensione della memoria popolare contro i monarchi». Il governo ha risposto promettendo misure per aiutare gli automobilisti, come un finanziamento di 4 mila euro per le famiglie più disagiate che devono sostituire l’ auto diesel di modelli più vecchi. «Non c’ è alcun complotto del governo contro le macchine, ma la nostra politica è semplice: più sicurezza, meno cambiamenti climatici», spiega il ministero dei Trasporti. Circa il 70% dei francesi va al lavoro in auto, ma solo la metà lo fa per necessità, rivela un sondaggio. # Da capire, infine, se un movimento simile possa nascere anche nel nostro Paese… Per ora c’ è chi protesta contro i divieti alla circolazione per i veicoli diesel fino a Euro 3, entrati in vigore dal 1 ottobre scorso in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Il Codacons ha lanciato un’ azione risarcitoria riservata ai cittadini del Piemonte. L’ Aci sottolineava in ottobre come il provvedimento «stia riducendo la libera mobilità di molte famiglie e lavoratori. A ciò si aggiunge il danno economico che ricade su chi ha già difficoltà a sostituire l’ auto». Come sempre, c’ è il rovescio della medaglia: per l’ Oms, lo smog in Europa causa danni per 1500 miliardi di euro. All’ anno.
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