L’ infinita burocrazia che paralizza il nostro import-export
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fonte:
- Il Giornale
L’ infinita burocrazia che paralizza il nostro import-export S pesso si parla di come la logistica (ovvero l’ insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nelle aziende i flussi di materiali e informazioni) possa, se adeguatamente supportata da infrastrutture adeguate e capacità gestionale, incidere positivamente nell’ economia italiana, permettendo addirittura di recuperare fino a oltre 50 miliardi di euro l’ anno. Il Piano generale della logistica, presentato in questa settimana, non è solo un libro di intenzioni, ma indica interventi che, se attuati, potrebbero, già nel 2011, dare i primi risultati concreti. La performance logistica si basa, in particolare, sui tempi di esportazione e importazione e sui giorni necessari per espletare le formalità doganali; sui costi che derivano dalle procedure doganali e sul numero dei documenti necessari all’ espletamento per le operazioni portuali. In Italia per queste formalità si impiegano 20 giorni circa, molto lontani dai cinque necessari per esportare in Danimarca e dei sette per importare in Germania. Nel nostro Paese necessitano inoltre 17 tipi di controlli e fino a 73 documenti per importare un bene. Se fosse stato realizzato lo sportello unico doganale, così come previsto nel Piano della logistica del 2005, il deficit di competitività del Paese sarebbe già stato sensibilmente ridotto. Questa constatazione ci consente di evidenziare nuovamente come il Piano dovrebbe essere per tutti vincolante e rispondente a una logica di sistema. A rafforzare questo convincimento arriva una decisione annunciata dal ministero competente che pare in netta controtendenza con le linee contenute nel Piano. In questi giorni è infatti in corso di elaborazione il calendario dei divieti di circolazione per i mezzi pesanti relativi all’ anno 2011, divieti che potrebbero essere incrementati, obbligando gli autotrasportatori a fermare i propri mezzi anche nei giorni antecedenti e successivi alla festività. Una scelta che avrebbe il solo effetto di far perdere ulteriore competitività all’ economia del Paese, che già sconta un gap di 20 giorni in meno di circolazione rispetto agli altri Paesi europei. Nel Piano generale della logistica, si evidenzia la necessità di eliminare, a costo zero, tutti gli elementi che danneggiano la competitività; nel concreto si pensa invece di limitare l’ operatività delle imprese. Sostenitori di tale iniziativa sono i rappresentanti dei consumatori che sono riusciti a ottenere un pronunciamento da parte del Tar del Lazio che di fatto mette in discussione il potere dei prefetti e dello stesso ministro competente di prevedere deroghe. Non conosciamo le ragioni per le quali il Tribunale amministrativo ha annullato il provvedimento del ministro, sostenendone l’ illogicità rispetto all’ esigenza di sicurezza dei cittadini. Di illogico, a nostro giudizio, c’ è la pervicacia con la quale l’ associazione dei consumatori Codacons persegue un obiettivo che rischia di far aumentare il numero di incidenti e soprattutto farà costare di più i beni e i prodotti. Nei giorni precedenti e susseguenti il divieto di circolazione la quota di traffico giornaliero infatti incrementa e con essa l’ incidentalità; ma anche il sistema distributivo ed economico ne subisce le conseguenze. Se, come dimostrano i dati Aci-Istat recentemente diffusi, il traffico pesante risulta la modalità tra le meno responsabili dei decessi, perché impedirne la circolazione? Queste le decisioni da evitare perchè il Paese cresca. Senza tale consapevolezza nessun Piano potrà dare i risultati attesi. * presidente nazionale di Fai Conftrasporto e consigliere del Cnel.
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