21 Gennaio 2011

L’ industria soffre ancora: calano gli ordini

Non c’ è niente da fare. Ha proprio ragione, Giulio Tremonti. La crisi finanziaria è come un videogame: «Quando hai distrutto un mostro – secondo una metafora ormai cara al ministro dell’ Economia-ecco chene rispunta subito un altro da abbattere». Ne sanno qualcosa gli industriali italiani. Che a ottobre scorso, leggendo le informazioni Istat relative ad agosto, avevano brindato per un vero e proprio boom degli ordini: una crescita inaspettata del 32,4%, record dal 2001. Percentuali da capogiro. E infatti c’ era voluto davvero poco, tra addetti ai lavori e commentatori, per far gridare alla vittoria: la bufera è passata, si disse. L’ uscita dal tunnel, invece, non era affatto vicina. Anzi. La doccia fredda era dietro l’ angolo. I dati di settembre e ottobre erano stabili. Il passo indietro è arrivato a novembre. Le cifre sono state snocciolate ieri dall’ Istituto statistico: ordini in calo del 4,3% rispetto al mese precedente. Quelli nazionali hanno registrato una flessione del 3,0% e quelli esteri del 6,2%. Va un po’ meglio sul fronte del fatturato. Ma i segnali di ripresa sono piuttosto timidi: il fatturato dell’ industria italiana a novembre scorso, infatti, ha registrato un aumento di appena lo 0,2% (dato destagionalizzato) rispetto a ottobre e del 12,1% (dato corretto effetto per gli effetti di calendario) rispetto a novembre 2009. Insomma, meglio mantenere la calma. Su base mensile – ecco qualche dettaglio in più – il fatturato è aumentato dello 0,7% sul mercato interno mentre è diminuito dello 0,9% su quello estero. Mentre se si guarda ai primi 11 mesi del 2010, nel confronto tendenziale relativo al periodo gennaio-novembre, l’ indice corretto per gli effetti di calendario ha segnato una variazione positiva del 10,1%. Il quadro non è roseo. E allora diventa comprensibile la polemica delle associazioni dei consumatori. Secondo il Codacons si tratta del l ribasso mensile più basso dall’ agosto 2009 per gli ordini. Ed è la dimostrazione che il decreto incentivi non solo è stato del tutto inutile, ma è stato una presa in giro degli italiani», spiega l’ ente motivando la richiesta di dimissioni del ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani «colpevole di non aver proposto nulla di nuovo e di essersi finoralimitato a confermare quanto aveva fatto il suo predecessore Scajola: ossia il nulla cosmico».

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