L’ esenzione dalla Tasi solo per i luoghi di culto
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fonte:
- Corriere della Sera
ROMA – Si avvicina una soluzione per il “giallo” della Tasi sulle chiese. Nella versione definitiva del decreto legge approvato due giorni fa dal consiglio dei ministri, relativo alla nuova tassa sulla casa che servirà a coprire i cosiddetti servizi indivisibili, come l’ illuminazione pubblica, dovrebbe entrare una clausola che esclude espressamente dal pagamento solo i “luoghi di culto” di tutte le religioni. Niente Tasi sulle chiese, dunque. Sì alla Tasi su tutti gli altri immobili del Vaticano e delle altre religioni. Mentre per gli edifici misti – chiesa più uffici, per intenderci – la tassa andrebbe pagata in percentuale solo sulla superficie degli uffici. Uno schema che ricalcherebbe quello già previsto per l’ Imu, anche se per gli immobili misti la tassazione non è mai partita perché sono mancate le norme attuative. S e questa viene considerata l’ ipotesi prevalente, non è ancora stata scartata del tutto l’ altra possibilità: far decidere ai sindaci se, nel loro territorio, le chiese devono pagare oppure no. Un’ impostazione che avrebbe la sua logica, non solo perché la Tasi è un’ imposta locale e quindi a livello locale deve essere definita nei dettagli. Ma anche perché, a differenza dell’ Imu, la Tasi non è una tassa sul patrimonio bensì sui servizi. E i servizi, come i lampioni e la pulizia dei marciapiedi, vengono utilizzati da tutte le persone che abitano/operano in una strada. Al di là di ogni ragionamento nel merito, però, quelli che sembrano contare nella questione sono i rapporti fra Stato e Chiesa. Anche se ci potrebbe essere un’ altra sorpresa. Già nella sua bozza iniziale il decreto prevede l’ esenzione dalla Tasi – ma non dalla Tari, cioè la nuova tassa sui rifiuti – per i 25 immobili del Vaticano, indicati come extraterritoriali nei Patti lateranensi. Una lista che comprende diversi luoghi non di culto, compresa la residenza estiva del Papa a Castel Gandolfo. In realtà si tratta di un atto dovuto, la conferma di un’ esenzione già prevista nel trattato del 1929 che però, dopo una recente pronuncia della Corte dei conti, deve essere ripetuta ogni volta che si introduce una nuova tassa. La norma dovrebbe trovare posto anche nelle versione finale del decreto. Ma dal Vaticano di papa Francesco sono arrivati i primi sondaggi per rinunciare a questa possibilità. Pagare, anche se la legge dice che non dovrebbe versare un euro. Strada non semplice, visto che si tratterebbe di modificare un trattato internazionale. Ma se il Vaticano dovesse insistere, una soluzione si troverà, anche perché a guadagnarci qualcosa sarebbe soprattutto Roma, con il suo bilancio pieno di buchi. Sarebbe una cifra simbolica, ma papa Francesco ai simboli si è dimostrato molto attento. Se il”giallo” sulle chiese verrà chiarito definitivamente nei primi giorni della prossima settimana , viene confermata invece per i sindaci la possibilità di alzare dello 0,8 per mille l’ aliquota Tasi sulla prima o sulla seconda casa, oppure di spalmare l’ aumento sulle due categorie di immobili. I Comuni che sfrutteranno questa opportunità dovranno destinare tutto il gettito aggiuntivo alle detrazioni per famiglie e figli. Facendo in modo che i 5 milioni di italiani che non hanno pagato l’ Imu non debbano versare nemmeno la Tasi. L’ obiettivo dell’ operazione è spostare verso l’ alto il peso della tassa: facendo pagare pochi euro a chi ha una casa con una bassa rendita catastale e chiedendo invece di più a chi ha un’ abitazione di maggior valore. Ma sempre di un aumento delle aliquote si tratta. Ed è su questo punto che si scatena l’ opposizione. “Nei convegni o su Twitter annuncia meno tasse – dice per Forza Italia Maurizio Gasparri -, poi al primo Consiglio dei ministri operativo il governo Renzi aumenta la già devastante tassazione sulla casa”. “È finita la prima settimana del governo Renzi – twitta il presidente della Lombardia, Roberto Maroni (Lega) -. Aumento Tasi e benzina, decreto salva Roma. Addirittura peggio di Letta”. I consumatori del Codacons chiedono ai sindaci di evitare la stangata. La Cgia, l’ associazione degli artigiani di Mestre, fa invece i conti per le imprese: tra negozi, uffici e capannoni la nuova tassa costerà almeno un miliardo di euro. @lorenzosalvia.
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