11 Novembre 2013

L’ E-cig torna libera stop ai divieti nei luoghi pubblici

L’ E-cig torna libera stop ai divieti nei luoghi pubblici

“SVAPARE” al ristorante o al cinema? Si può. Con il “decreto Istruzione”, convertito in legge nei giorni scorsi, è stato infatti cancellato il divieto di utilizzo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici che era stato introdotto a giugno con il decreto Iva-Lavoro. E-cig libera dunque in uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici e bar, mentre rimarrà vietata nelle scuole in virtù di una norma introdotta dallo stesso “decreto istruzione”. Il provvedimento ha scatenato una raffica di reazioni negative a partire da quella dell’ ex ministro della Salute Girolamo Sirchia, autore della legge del 2003 con la quale è stato introdotto in Italia il divieto di fumo nei luoghi pubblici. Il divieto di “svapare” è decaduto in virtù dell’ emendamento “4.25” presentato dal presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl) e approvato dai deputati il 23 ottobre scorso che stralcia l’ ultima parte del comma 10bis dell’ articolo 51 della legge Sirchia (introdotto appunto con il decreto Iva-Lavoro), con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme «in materia di tutela della salute dei non fumatori» previste per i tabacchi. Cancellando proprio quest’ ultima frase di fatto viene reso possibile `svapare´ la `bionda elettronica´ dove invece permane il divieto per le sigarette tradizionali: uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici e bar. L’ e-cig rimane invece vietata nelle scuole, in virtù della norma introdotta dallo stesso decreto Istru zione. «Ho recepito – ha spiegato il presidente della Commissione Cultura della Camera – l’ appello proveniente da una nuova filiera produttiva, per altro in forte espansione, massacrata da tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito». «Prima una tassazione fuori misura e adesso quello che sembra una sorta di compensazione, sembra una gara a chi fa peggio», ha commentato Sirchia che ora è presidente della Consulta nazionale sul Tabagismo, aggiungendo di essere rimasto «molto sorpreso da quello che sembra un blitz». «È un cattivo provvedimento – ha spiegato- non certo mirato alla salute pubblica, anche nella parte che riguarda la liberalizzazione della pubblicità. Non è certo una immagine edificante quella di una persona che fuma, anche se si tratta di una sigaretta finta. È una brutta immagine». «Sono favorevole alla sigaretta elettronica – ha aggiunto l’ ex ministro della Sanità – quando viene usata come presidio per smettere di fumare. Certo è meno dannosa della nicotina combusta della sigaretta tradizionale. Però non si può costringere chi ti sta accanto a respirare vapori che possono essere anche di nicotina». Secco “no” alla liberalizzazione anche dal Codacons. «Siamo contrari all’ assenza di qualsiasi divieto perle e-cig nei luoghi pubblici e da tempo chiediamo una normativa che regolarizzi il settore delle sigarette elettroniche, paragonandole dal punto di vista dei divieti alle nor 500.000 i fumatori abituali di sigaretta elettronica (2 milioni con i saltuari)
isabella villa

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