17 Novembre 2014

l bonus da 80 euro divorato dalle tasse

l bonus da 80 euro divorato dalle tasse
Il rapporto dei Caf Cisl:
all’aumento delle imposte locali non corrisponde una pari riduzione di
quelle erariali, così sale la pressione fiscale per le famiglie

da Lapadania.it

Il bonus renziano da 80 euro è stato destinato a 8,6 milioni di famiglie italiane, un terzo del totale, per un importo medio di 683 euro. Ma in pratica è stato eroso dal pagamento delle tasse. La valutazione dell’impatto del provvedimento è dello studio Cisl e dei Caf della Cisl sulla base delle dichiarazioni dei redditi di lavoratori dipendenti e pensionati.
«Il bonus ha determinato una redistribuzione a favore delle famiglie dei lavoratori dipendenti a scapito di pensionati, lavoratori autonomi e, in generale, dei contribuenti a bassissimo reddito», spiega fra l’altro l’indagine Cisl. In un orizzonte di medio termine, inoltre, il bonus e gli aumenti di detrazioni per familiari e per lavoro dipendente, oltre alle agevolazioni per ristrutturazioni e risparmio energetico intervenuti dal 2010, sono stati più che compensati dall’aumento di Iva, accise e addizionali Irpef. Solo le famiglie dei lavoratori dipendenti conservano, in media, un piccolo beneficio.
La tassazione locale, osserva il sindacato, continua a crescere: in tre anni, dal 2010 al 2013 infatti addizionali regionali e comunali sono lievitate del 33,4%. Ma le imposte statali non sono scese: la pressione fiscale sulle famiglie passa dal 30,8% del 2010 al 31,1% del 2014. Crescono dunque, si legge, le addizionali (regionali e comunali, queste ultime soprattutto tra 2012 e 2013, in corrispondenza dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa) ed è reintrodotta la tassazione sulle prime case (dall’Imu 2012 alla Tasi 2014) che, in alcuni casi, significa «aumento rispetto al passato».
All’aumento delle imposte locali, prosegue la Cisl, non corrisponde una pari riduzione di quelle erariali (considerando le principali imposte statali, la pressione fiscale sulle famiglie è del 29,7% nel 2010 come nel 2014). Piuttosto tendono verso un cambio di composizione: dal reddito ai consumi (l’incidenza dell’Irpef passa dal 20,35% al 19,3%, quella di Iva e accise dal 9% del 2010 al 10,1% del 2014). Di conseguenza, conclude, la pressione fiscale sulle famiglie aumenta dal 30,8% nel 2010 al 31,1% nel 2014.
Per il Codacons il rapporto della Cisl, attestando come la tassazione locale continui a crescere mentre quella erariale tende a spostarsi dal reddito verso i consumi, è la riprova di come la pressione fiscale in Italia sia non solo in aumento, ma anche sempre più schizofrenica e squilibrata a danno dei consumi e del ceto medio. «La scelta operata dalla politica di spostare la tassazione sempre più verso i consumi, ha prodotto effetti disastrosi: 80 miliardi di consumi in meno negli ultimi 7 anni, migliaia di imprese fallite, produzione industriale in calo e disoccupazione record».

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