L’ aumento Iva fa tremare consumatori e commercianti
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fonte:
- L`Unità
Le ricadute dell’ aumento dell’ Iva scattato dalla mezzanotte di ieri – il secondo nel giro di due anni – sono talmente estese che nessuna stima può ritenersi davvero definitiva. Secondo le associazioni dei consumatori, la stangata andrà dai 207 a 260 euro all’ anno a famiglia, la Coldiretti azzarda un costo complessivo di 10 milioni di euro al giorno, per Confcommercio ci sarà un incremento generale dei prezzi dello 0,4% solo tra ottobre e novembre, mentre il Codacons immagina un ulteriore calo dei consumi del 3%. Stavolta, però, si tratta di previsioni ipotizzate nel migliore dei casi, quasi nella speranza di fissare un tetto massimo all’ impatto del passaggio al 22% dell’ imposta. Impresa difficile, visto che l’ Iva si applica sulla quasi totalità delle vendite al dettaglio di beni e servizi: dalla gran parte dei generi alimentari, ai capi d’ abbigliamento, dalle sedute dal parrucchiere, alle visite mediche specialistiche, dai mobili ed elettrodomestici per la casa, alle spese di trasporto. Carburanti compresi, che già hanno visto lievitare tutti i prezzi di listino con aumenti pressochè generalizzati di circa1,5 centesimi al litro perla benzina, 1,4 per il diesel e 0,7 per il Gpl. Salvo eccezioni volute come quella dell’ Eni, che ha deciso di attenuare l’ impatto dell’ imposta rispettivamente a 0,9 e 0,6 centesimi al litro per verde e gasolio, tenendo immediatamente conto del ribasso registrato dai mercati internazionali, le medie nazionali della benzina e del diesel si aggirano a 1,807 e 1,732 euro al litro. E le stesse automobili, secondo il calcolo effettuato dall’ Unrae, costeranno mediamente 150 euro in più. Il che lascia facilmente capire gli incrementi di prezzo che subiranno tutte le merci autotrasportate, vale a dire l’ 88% del totale, anche quelle non direttamente colpite dall’ incremento Iva, quali gli alimentari di prima necessità come pane e latte. Ed ancor più facilmente temere gli effetti recessivi che questo avrà sui già depressi consumi nazionali, tanto più in una fase economica come quella attuale. «Le imprese e le famiglie sono stremate da una crisi senza precedenti» ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. «Di qui alla fine dell’ anno questo aumento costerà 1 miliardo di euro alle famiglie italiane, mentre per agganciare la ripresa bisogna rilanciare la domanda interna, che vale l’ 80% del Pil tra investimenti e consumi. Ecco perché dobbiamo cominciare a sospendere questo aumento fino al 2014». Pe il momento, secondo un’ analisi della Coldiretti, solo nel primo giorno di applicazione l’ incremento dell’ aliquota è costato circa 10 milioni di euro alle famiglie italiane. In particolare, stimano Adusbef e Federconsumatori, la stangata andrà dai 207 a 260 euro all’ anno, pari ad un aggravio dello 0,8% del tasso di inflazione, di cui 130,43 euro per l’ aumento diretto dei prezzi dei prodotti soggetti all’ Iva al 22% e 76,58 euro per quello di tutti i prezzi e le tariffe (anche quelli soggetti ad un’ imposta al 4% o al 10%) dovuto all’ aggravio dei costi di trasporto, ai maggiori costi energetici, a ritocchi ed arrotondamenti. E non si dimostra più ottimista il Codacons, per il quale la riduzione generale dei consumi sarà del 3% con una stangata per le famiglie fino a 349 euro all’ anno. Per questo l’ associazione rivolge un appello a tutte le organizzazioni dei commercianti e alla grande distribuzione, affinchè blocchino i prezzi e non applichino la maggiore aliquota almeno fino al prossimo 31 dicembre, per salvare almeno le spese natalizie dall’ ennesimo flop: «Per una volta consumatori e commercianti sono sulla stessa barricata» ha spiegato il presidente Carlo Rienzi. «La maggiore aliquota determina una stangata per le famiglie ma anche un danno tangibile per gli esercenti, in quanto causerà una vera e propria ecatombe nel settore del commercio, già stremato dalla crisi economica in atto». È necessario dunque che tutto il settore del commercio assorba per il momento il rincaro dell’ imposta – come già deciso ed annunciato da alcuni grandi gruppi come Ikea, Coop, Esselunga e Crai – a favore dei consumatori finali. «Solo così, infatti, sarà possibile annullare gli effetti dirompenti che la nuova Iva avrà sui consumi», ha concluso il Codacons.
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