19 Marzo 2020

L’ attesa sembra essere finita «Il Dea aperto entro sabato»

la conferma dal capo dipartimento promozione salute della regione, montanaro
L’ attesa sembra essere terminata: già a partire da sabato il nuovo “Dea” dell’ ospedale “Faz zi” di Lecce comincerà ad accogliere i primi pazienti colpiti da Covid-19. Proprio nel mezzo del polverone di polemiche sollevate da esponenti politici del centro destra e dalle associazioni per i ritardi nell’ attivazione della struttura, la conferma dell’ immi nente apertura arriva da Vito Montanaro, dirigente del dipartimento Promozione della salute della Regione. «I pazienti – fa sapere – cominceranno ad accedere nel corso dei prossimi giorni. Quanto al giorno e all’ ora precisa – ha chiarito ieri – potremo definirli subito dopo avere ottenuto le certificazioni da parte dei vigili del fuoco e degli impianti derivanti dallo switch dei gas». Il via libera dei vigili del fuoco, precisa Montanaro, dovrebbe arrivare già oggi, consentendo l’ attivazio ne delle prime postazioni allestite. Ed una conferma della scadenza di sabato si evince anche da un avviso con cui la Asl si prepara ad individuare il coordinatore infermieristico della nuova Unità operativa Covid. Proprio nella nota si spiega che la ricerca del coordinatore è finalizzata all’ apertura di dopodomani. Le potenzialità del Dea, ora destinato all’ amergenza coronavi rus, sono state illustrate nei giorni scorsi dal direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo, in occasione dell’ ultima riunione del Comitato provinciale per l’ ordine e la sicurezza pubblica riunitosi in Prefettura. Nella prima fase si partirà con 40 postazioni di terapia intensiva e 160 posti per il trattamento dei pazienti Covid 19, per arrivare in una seconda fase, a regime, fino a 220 di degenza, solo per l’ emer genza Coronavirus. Al Dea si aggiungeranno anche le strutture ospedaliere di Copertino (ne riferiamo a parte) e di San Cesario. Ma l’ imminente avvio dl Dea non basta a smorzare le polemiche del centrodestra. Il gruppo di Fratelli d’ Italia alla Regione punta l’ indice sul governatore Emiliano chiedendo spiegazioni in merito all’ ordinanza da lui firmata (la numero 174) «con la quale – asseriscono – ha impedito, di fatto, l’ avvio del Dea il 28 febbraio scorso. Una decisione gravissima perché – dicono gli esponenti dell’ opposizione – la Puglia avrebbe potuto contare fin da allora su una struttura da 300 posti letto. Avremmo avuto già in funzione un Dipartimento completamente dedicato ai pazienti Covid-19». Per il consigliere comunale leccese di centrodestra Giorgio Pala, invece, «ad epidemia finita, sarà doveroso accendere un faro, prima delle future elezioni regionali, sulla gestione negativa del Dea. Apprendiamo infatti del collaudo odierno del famigerato impianto d’ ossigeno su cui si è detto molto: è anomalo – sostiene sempre Pala – come l’ Asl abbia preso in carico il serbatoio lo scorso 21 dicembre, dopo le prime operazioni di collaudo, ed è anomalo come il Presidente Emiliano, con una sua ordinanza del 6 marzo, ne abbia disposto la rimozione urgente, allo scopo di consentire ad un’ altra azienda di installarne uno nuovo. Intoppi burocratici a danno non solo delle finanze pubbliche, ma anche e soprattutto della salute dei leccesi che oggi dovrebbero già godere di una struttura pienamente funzionante». «Una struttura non ancora in funzione sebbene inaugurata in pompa magna almeno due volte», lamenta da parte sua il Codacons di Lecce, sorpreso per come in Puglia ci si possa «accapigliare su mere questioni burocratiche che non consentono un immediato utilizzo di una struttura fondamentale nella gestione dell’ emer genza». Da qui, l’ auspicio dell’ as sociazione che tutta la questione si risolva in fretta «per il bene e la salute delle tante persone che hanno la sfortuna di incappare nel Covid19 e che non devono pagare anche la sfortuna di incappare in incapacità».

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