30 Dicembre 2012

L’ assessore: «Presto altre due nuove casette dell’ acqua»

L’ assessore: «Presto altre due nuove casette dell’ acqua»

L’ assessore: «Presto altre due nuove casette dell’ acqua» L’ EMERGENZA Arsenico, capoluogo a metà del guado. Due i potabilizzatori in funzione, altrettanti saranno attivati entro gennaio. Ma mancano quattro impianti laddove le concentrazioni sono tra 10 e 20 microgrammi per litro, fascia su cui la Regione ha allungato i tempi di realizzazione massimo fino a dicembre 2014. Nei prossimi giorni arriveranno altre casette dell’ acqua, perché vanno garantiti ai cittadini 5-6 litri pro capite potabili al giorno. Intanto qualcuno, come La Destra, è sul piede di guerra e vuole il dimezzamento della bolletta. Il punto della situazione sulla città dei Papi. «I due dearsenificatori attivi – dice l’ assessore all’ Ambiente, Paolo Muroni – coprono la zona di San Martino al Cimino, con quelli ultimati a gennaio copriremo anche Carcarelle e Castel d’ Asso. Dover garantire 5-6 litri al giorno di acqua potabile a cittadino è stata una novità, abbiamo quindi pensato di aggiungere altre casette dell’ acqua a quelle al Riello e al PalaMalè. La prossima settimana ne posizioneremo una a Grotte Santo Stefano e un’ altra a Pianoscarano, prossimamente ancora una in zona Leclerc». Il Comune paga gli allacci e decide dove posizionarle, senza altri costi perché – oltre a fornire acqua liscia gratuita – i privati che le installano si autofinanziano con l’ acqua frizzante, che è a pagamento. Ma l’ erogazione è garantita da Talete, poiché palazzo dei Priori ha ceduto il servizio idrico. Se un Comune non posiziona un numero di casette sufficiente a soddisfare l’ approvvigionamento minimo indicato dal ministero, chi ne risponde: il sindaco o Talete? «Non lo so: il problema – risponde Muroni – è che hanno messo in piedi un meccanismo mostruoso, in evoluzione. Noi comunque abbiamo pronta l’ ordinanza di limitazione d’ uso, valida per tutto il territorio comunale. Poi i cittadini verificheranno sul sito della Asl i valori delle zone in cui abitano, man mano che entreranno in funzione gli impianti. Ma chiedo un’ altra cosa: per i dearsenificatori, come ci si comporta con i filtri? Ogni quanto vanno cambiati, come e dove smaltirli?». Intanto La Destra – analogamente a Movimento 5 stelle e Codacons – vuole il dimezzamento della bolletta. «La federazione provinciale – spiegano – ha iniziato la raccolta firme per una petizione popolare al fine di ottenere questo risultato. E’ giusto pagare sempre il corrispettivo reso per un servizio, quindi molti dei 294.306 abitanti della nostra provincia interessati al problema arsenico dovranno poter chiedere di pagare il giusto». Tutti sapevano della scadenza della proroga Ue, «ci sembra pertanto sacrosanto – commentano dal partito di Storace – pretendere che non sia nuovamente il cittadino a sobbarcarsi l’ aggravio di costi dell’ approvvigionamento di acqua potabile». Infine, Legambiente Lazio chiede «un’ unità di crisi e piani di emergenza che coinvolga sindaci, istituzioni e Protezione civile per autobotti, fontane con dearsenificatori o soluzioni a breve». Massimo Chiaravalli © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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