`L’ Appello riforma la sentenza di 15 anni e 4 mesi di reclusione Confermati risarcimenti alle centinaia di risparmiatori truffati
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fonte:
- Il Gazzettino
L’ APPELLO TRIESTE L’ ex mago del forex Fabio Gaiatto esce dal Tribunale di Trieste con uno sconto di pena di 5 anni e 4 mesi per la mega truffa della Venice Investment Group, uno schema Ponzi che ha inghiottito tra il 2016 e il 2018 una settantina di milioni investiti da risparmiatori di tutto il Nordest. Ieri la Corte d’ appello presieduta da Edoardo Ciriotto, affiancato dai giudici Gloria Carlesso e Debora Landolfi, ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado e, per effetto del riconoscimento del vincolo della continuazione per tutti i reati, ha condannato il 45enne di Portovecchio a 10 anni e 20mila euro di multa (erano 15 anni 4 mesi e 36mila euro che il procuratore generale Carlo Sciavicco avevano chiesto di confermare). Per il resto la sentenza emessa il 3 luglio 2019 dal gup Eugenio Pergola, che aveva invece suddiviso le imputazioni in tre blocchi ritenendo che non vi fosse un unico disegno criminoso, è rimasta intatta. LO SCONTO Gaiatto ieri era in aula. Ha atteso oltre cinque ore prima che i giudici uscissero dalla camera di consiglio, un breve scambio di parole con l’ avvocato Guido Galletti e poi la polizia penitenziaria lo ha riportato nel carcere di Tolmezzo, dove è un misura cautelare dall’ 11 settembre 2018. «Sono moderatamente soddisfatto – ha commentato il difensore – È stato ristabilito un principio di diritto che era stato calpestato (la continuazione, ndr). Ritengo tuttavia che vi sia un errore nella quantificazione della pena di secondo grado. Nei miei calcoli avrebbe dovuto essere di 8 anni e 6 mesi». Le imputazioni più gravi riguardano l’ abusivismo finanziario e l’ autoriciclaggio del denaro ottenuto attraverso la stipula di 78 contratti di finanziamento per 11,5 milioni. Contratti illegali, perchè Venice non era una banca. «La pena base di 5 anni – ritiene Galletti – è stata aumentata fino al triplo». Se non si trattasse di un processo celebrato con rito abbreviato, che abbatte la pena fino a un terzo, la pena finale sarebbe stata di 15 anni (23 in primo grado). LE ACCUSE Il trader di Portovecchio ha affrontato da solo il processo. I coimputati che non sono usciti di scena con un patteggiamento in preliminare – come la compagna Najima Romani, che dopo aver patteggiato 4 anni e 2 mesi sconta pena alla Giudecca – sono ancora in attesa di processo o di perfezionare i riti alternativi, perchè il Covid-19 ha stoppato il procedimento. Il procuratore Raffaele Tito e la pm Monica Carraturo, che hanno coordinato il lavoro della Guardia di finanza di Portogruaro, a Gaiatto imputano la sparizione di decine di milioni attraverso Venice e altre società croate e inglesi. Attirati dalla promessa di guadagni mensili del 10 per cento, in 2.700 hanno scommesso sul mago del forex. I primi hanno incassato quanto previsto, chi è arrivato in un secondo tempo avrebbe garantito con i propri risparmi il pagamento degli interessi ai primi investitori. Con il passaparola sono stati raccolti 72.639 milioni di euro; 4,7 milioni di provvigioni sono andati ai procacciatori di clienti. Oltre 28,9 sono stati distribuiti come interessi, il resto è sparito. Fino all’ ultimo le vittime hanno creduto che i rendimenti fossero reali. Potevano verificarli ogni giorno attraverso l’ App scaricata sul telefonino. Invece era Gaiatto a far lievitare il capitale. Erano ricavi virtuali, perchè sulla piattaforma IG Market le operazioni di trading si sono limitate all’ 1,77% (1,2 milioni) dell’ intero ammontare raccolto. PARTI CIVILI Ieri alle parti civili sono state riconosciute le spese per oltre 65mila euro. Confermata la sentenza di primo grado per quanto riguarda la restituzione nella misura del 100% cento delle somme investite, a cui va aggiunto un 30% calcolato sull’ entità dell’ investimento, a titolo di risarcimento non patrimoniale. Al Comune di Portogruaro sono previsti 50mila euro come danno d’ immagine. A Codacons e Federconsumatori sono stati riservati mille euro ciascuno. È denaro che Gaiatto non sarà mai in grado di restituire. Le confische, infatti, rimpingueranno soltanto le casse dello Stato aggredendo immobili, cambiali croate e diritti di credito legati ai finanziamenti abusivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
cristina antonutti
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