L’ allarme di Borella (Aci): «Mai casi analoghi da noi per gli automobilisti onesti intanto i costi aumentano»
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fonte:
- Libertà
piacenza – L’ industria delle frodi assicurative non ha precedenti nel Piacentino. Se la Sicilia si colloca da tempo in testa alla classifica nazionale per numero di falsi incidenti stradali, l’ Emilia-Romagna, secondo le ultime relazioni nazionali, ha indossato da qualche anno la maglia nera di regione con il maggior aumento percentuale di casi, seconda solo a Liguria e Piemonte. Il fenomeno suscita forte preoccupazione tra i cittadini onesti, dal momento che questi si trovano a pagare premi maggiorati che risentono delle truffe ai danni delle assicurazioni. Su cento incidenti, sempre guardando alle casistiche nazionali, almeno tre sarebbero falsi e la piaga di questo business milionario, dal Sud, dove questo “mercato” è sempre stato particolarmente vivace, si sta ora diffondendo anche a Piacenza, in modo del tutto inaspettato. «Non ce lo saremmo mai aspettati, sono rimasti del tutto sconvolto e meravigliato – segnala Pierluigi Borella, presidente di Aci Piacenza -. Avevamo sentito parlare di casi crescenti di assicurazioni false, questo sì, ma mai avremmo potuto ipotizzare un sistema tanto strutturato, ben organizzato e professionale, con tante persone schierate in questo giro, capaci di reclutarne anche altre. Non sappiamo davvero che dire, siamo ancora sorpresi. Non ricordo casi analoghi, Piacenza non credo avesse mai conosciuto nulla di simile. E intanto i costi aumentano a danno dei cittadini onesti. Piacenza è sempre stata un’ isola tranquilla e felice, per quanto riguarda i casi dei falsi incidenti: ora non più». Secondo quanto segnalato ormai da anni dall’ Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, in pratica l’ Authority del settore assicurativo, il 50 per cento dei casi non verrebbe smascherato per mancanza di prove sufficienti. Il fatto ricade così sull’ assicurato alle prese con la crescita esponenziale delle tariffe. Secondo l’ Ania, in particolare, i premi Rc auto crescono del 5,7 per cento su base annua, ma l’ Antitrust e le associazioni consumatori parlano del 12 per cento. Negli anni, le compagnie assicurative hanno cercato in ogni modo di trovare un modo anti-frode per pizzicare i furbetti dell’ assicurazione: sono stati così abbassati i risarcimenti per i danni (frequentissimi i colpi di frusta, non risarciti, anche se veri, in altri Stati europei, dove quindi la polizza è più bassa), si sono potenziati i controlli e, dal 2011, è entrato in vigore un provvedimento Isvap che ha introdotto la possibilità di effettuare ricerche nella banca dati dei sinistri, prima protetti dalla legge sulla privacy. Il governo Letta, in collaborazione con l’ Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici, aveva ipotizzato addirittura di creare una lista nera dei “testimoni di professione” (quelli che avrebbero assistito a incidenti in realtà falsi) e il governo Monti aveva introdotto una norma per il risarcimento di lesioni fisiche solo se accertate da esami medici accurati. L’ Italia, nel frattempo, resta in vetta alla classifica dei Paesi dove assicurare una automobile costa di più; come più volte sottolineato dal Codacons, nel nostro Paese una polizza Rc auto costerebbe 5 volte di più rispetto alla media europea. Elisa Malacalza.
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