L’ allarme di bankitalia rischio del pil al -13% «È una crisi epocale ora ripensare le tasse»
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- Gazzetta dello sport
la relazione annuale di visco analizza l’ emergenza economica e invoca la battaglia al «grave fardello» dell’ evasione fiscale l’ invito a un nuovo contratto sociale: «insieme ce la faremo»
«Sì a un nuovo contratto sociale». Per capire il senso del discorso di Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, bisogna cominciare da qui. L’ Italia può superare il Covid – e il pericolo di un aumento delle disuguaglianze tra chi possiede di più e chi meno – con un nuovo accordo tra le parti, cioè tra governo, imprese e società civile, perché «insieme ce la faremo». Nelle sue riflessioni sul destino dell’ attività produttiva del Paese, il governatore ha segnalato ieri la necessità di «un confronto ordinato» per dar vita «a un dialogo costruttivo». A due giorni dalla formulazione del Recovery Fund, il piano Ue per la ripresa da 750 miliardi di euro, Visco ha auspicato pure «un nuovo rapporto anche in Europa», «indispensabile». E alludendo proprio agli aiuti destinati allo Stato (172,7 miliardi, di cui 81,807 come sovvenzioni e 90,938 come prestiti), ha esortato a sfruttare bene le risorse messe a disposizione, «con pragmatismo, trasparenza e, soprattutto, in maniera efficiente». Perché «i fondi europei non potranno mai essere “gratuiti”: il debito europeo è debito di tutti e l’ Italia contribuirà sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perché è la terza economia dell’ Unione. Ma un’ azione comune, forte e coordinata potrà proteggere e contribuire a rilanciare la capacità produttiva e l’ occupazione in tutta l’ economia europea». Fasce più deboli a rischio. Dinnanzi «a una crisi epocale» e a un contesto economico «di estrema incertezza», con una stima di crollo del Pil che a fine anno oscilla tra il 9% (scenario di base) e il 13% (pessimistico), il governatore ha lanciato nelle Considerazioni finali 2020 un grave allarme sulla povertà, stimando che la crisi porterà a una riduzione del reddito che per il 20% di famiglie con redditi inferiori («il quinto più basso della distribuzione») sarà «due volte più ampia di quella subita dalle famiglie appartenenti al quinto più elevato», ovvero al 20% che ha redditi maggiori. Una perdita doppia, causata dal Covid-19, per la quale gli ammortizzatori sociali «offrono un sostegno di natura temporanea, a fronte di ripercussioni potenzialmente durature sulla capacità reddituale dei lavoratori più coinvolti». Specie quelli a basso reddito in settori con un più elevato rischio di contagio e con minore possibilità di lavoro a distanza. L’ Istat conferma l’ assoluta gravità del momento. «Mai così male dal 1995», ha rilevato ieri l’ Istituto, rivedendo al ribasso i dati preliminari diffusi a fine aprile: «La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la portata eccezionale della diminuzione del Pil nel primo trimestre, con flessioni del 5,3% in termini congiunturali e del 5,4% in termini tendenziali mai registrate dal primo trimestre del 1995». Un allarme esteso ai consumi finali nazionali, con un calo del 5,1% (un dato che tiene conto solo in parte dell’ effetto virus), che per il Codacons equivale ad una contrazione della spesa da parte delle famiglie di -35,5 miliardi di euro (-7,5%), «per una media di -1.365 euro a nucleo familiare», ha constatato il presidente Carlo Rienzi. Numeri destinati, purtroppo, a peggiorare. Considerato che i consumi sono stati ridotti all’ essenziale durante tutta la fase emergenziale e ci vorranno anni per tornare ai livelli di spesa pre-Covid. E Coldiretti ha calcolato un milione di nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto addirittura per mangiare: chi ha perso il lavoro, i piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere o le persone impiegate nel sommerso. Una fascia di persone che fa salire a 3,7 milioni il numero totale di indigenti, tra cui 700mila bambini di età inferiore ai 15 anni che necessitano di sostegno per bere il latte o mangiare. In un quadro così incerto, risulta pure un inversamente proporzionale aumento dei prezzi dell’ alimentare fresco a maggio del 3,7%: dato che non può che ampliare il food social gap , la frattura tra chi potrà continuare a permettersi cibo di alto valore nutrizionale e chi dovrà rivedere al ribasso il carrello della spesa. E così, per dirla con Visco, «aumentano le famiglie che non riescono a mantenere standard di vita accettabili». Bankitalia offre soluzioni per il rilancio. Nel ritenere «appropriata» l’ azione del governo (con misure che accrescono il disavanzo pubblico 2020 di 75 miliardi, il 4,5% del Pil), Visco ha poi spiegato che per recuperare una crescita accettabile l’ Italia deve «rompere le inerzie del passato», dotarsi di «un disegno organico di riforme», investire su scuole e università e ripensare profondamente «la struttura della tassazione», affrontando il problema del sommerso e dell’ evasione fiscale («grave fardello» che causa un aumento delle tasse per chi rispetta la legge). Ricette non disgiunte dal recupero del ritardo nelle infrastrutture e dall’ attivazione di un circolo virtuoso tra crescita e politiche di bilancio. TEMPO DI LETTURA 3’44’
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