IVA SUI RIFIUTI: IL GOVERNO CANCELLA IL DIRITTO DEGLI UTENTI A RECUPERARE LE SOMME INGIUSTAMENTE PAGATE
Il Governo tenta nuovamente di cancellare i diritti degli utenti e dei consumatori attraverso decreti retroattivi. L’ennesimo provvedimento “interpretativo” è inserito quale emendamento nel c.d. “decreto incentivi”: con esso si stabilisce per legge che qualora l’ente gestore del servizio di smaltimento rifiuti abbia fatturato, sbagliando, direttamente all’utente un importo maggiorato di IVA, comunque l’utente non potrà agire per recuperare l’indebito, perché l’IVA deve essere considerata una quota della Tariffa di Igiene Ambientale o della Tariffa Integrata Ambientale!
Si tratta dell’ennesimo colpo di spugna a danno degli utenti per preservare le casse dei Comuni e delle società gestrici del servizio – afferma il Codacons, prima associazione che ha avviato in Italia i ricorsi per la restituzione dell’Iva pagata sulla tassa rifiuti – Già con il canone di depurazione il Governo, nel silenzio più assoluto, aveva cancellato il diritto degli utenti a chiedere indietro la quota pagata negli ultimi dieci anni nel caso in cui il depuratore non esistesse o non fosse in funzione. La Cassazione, in quel caso, avevano affermato che, essendo il canone di depurazione un corrispettivo di un servizio, era illegale richiederne il pagamento in assenza del servizio: il Governo disse che il principio era giusto, che era giusto restituire le somme, ma non nel caso in cui esistesse un progetto esecutivo per la costruzione del depuratore!
Insomma – siccome quasi tutti i Comuni hanno un progetto, ma non rendono il servizio perché di fatto il depuratore non esiste – quasi nessuno potrebbe più agire, anche se paga un servizio che non ottiene!.
“Non lasceremo al Governo e al deputato del Pdl e assessore al Bilancio di Roma, Maurizio Leo, la possibilità di cancellare i diritti degli utenti a colpi di decreto – afferma Carlo Rienzi, presidente Codacons – ma proseguiremo ad assistere i cittadini nelle cause per il recupero dell’IVA, sollevando la questione di costituzionalità del decreto di ieri, che di fatto elude il giudicato della Consulta”.
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