IVA: BARETTA, AUMENTO NON SI PUÒ EVITARE PER SEMPRE, LA UE CE LO CHIEDE
CODACONS: E’ LA COSTITUZIONE ITALIANA CHE TI CHIEDE DI NON FARLO
GOVERNO PONGA RIMEDIO ALLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE SUI PENSIONATI D’ORO
Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha dichiarato oggi a Radio 24 che ”entro fine mese bisogna trovare 1 miliardo per evitare l’aumento dell’Iva”, ma che ”non si può evitare di aumentarla per sempre” anche perché è ”l’Europa che ci chiede di spostare le tasse dalle persone alle cose”.
Per il Codacons a Baretta evidentemente sfugge che è la Costituzione italiana che gli chiede di non aumentare l’Iva ed in particolare l’art. 53 della Costituzione, il più violato in questi ultimi 20 anni, secondo il quale il sistema tributario dovrebbe essere “informato a criteri di progressività” e non basato su imposte proporzionali, e quindi per loro natura inique, come l’Iva.
Il Codacons ricorda che l’Italia ha un indice sulla progressività del sistema tributario inferiore non solo a Svezia e Finlandia, ma addirittura a Stati Uniti, Svizzera, Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Austria ecc ecc.
Per il Codacons, insomma, la realtà è che in questi ultimi 20 anni si è ridotta l’Irpef, l’unica imposta realmente progressiva, attenuando la sua progressività (a puro titolo di esempio dal 1992 al 1997 l’aliquota massima era al 51%, poi è scesa al 45,5, poi 45% e dal 2005 è al 43%, aliquota che negli anni ’80 era addirittura al 65%) e si sono aumentate tutte le imposte proporzionali che colpiscono il cittadino indipendentemente dal suo reddito e dalla sua capacità di spesa: Iva, acqua, imposte locali, rifiuti, trasporti, canone Rai, pedaggi autostradali, accise sui carburanti, multe, imposte di bollo ecc ecc. E’ per questo che il ceto medio è ora sul lastrico ed i consumi sono crollati.
Ecco perché ora il Governo Letta invece di vagheggiare su presunte imposizioni Ue farebbe bene a non aumentare l’Iva, mai, e a spostare la tassazione da chi ha finito i soldi a chi evade o campa di rendite.
Il Codacons si chiede, ad esempio, perché nessuno abbia ancora mosso un dito per porre rimedio alla sentenza della Corte Costituzionale che ha recentemente costretto l’Inps a restituire il contributo di solidarietà delle pensioni superiori a 90mila euro.
Eppure basterebbe stabilire, per almeno 3 anni, di portare l’aliquota massima Irpef dal 43% al 48% sopra i 90.000 euro e al 53% sopra i 150.000. Secondo quanto sostenuto dall’allora ministro Tremonti, arriverebbero nelle casse dell’erario 3,7 miliardi che potrebbero essere destinate a ridurre la pressione fiscale sulle famiglie che non arrivano alla terza settimana del mese.
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