Iva alla prova della trasparenza
-
fonte:
- Il Sole 24 Ore
ROMA. Le organizzazioni dei consumatori già lanciano l’ allarme sui possibili aumenti ingiustificati dei prezzi da parte dei commercianti, mentre continuano i calcoli su quanto peserà sulle famiglie la manovra. Ieri è stata la Confesercenti a fare una stima sugli effetti dell’ aumento Iva dal 20 al 21%, che è appena entrato in vigore, sui budget familiari: in media 140 euro, addirittura 385 secondo le stime del Codacons. Secondo Confesercenti le cifre sono diverse sul territorio: al Nord-Est l’ aumento si farà sentire di più, 166 euro, seguito dal Nord-Ovest, 158, dal Centro, 138, e dal Sud, 113 e dalle Isole, 102. L’ aumento dell’ Iva solo per quanto riguarda i consumi delle famiglie inciderà dello 0,48% sull’ inflazione e porterà un gettito aggiuntivo annuo di 3,4 miliardi di euro. I nuclei familiari composti da imprenditori e professionisti pagheranno 220 euro in più, gli impiegati e dirigenti 189; 149 per operai e simili, 104 i pensionati, 95 per i disoccupati e cassintegrati. «Gli interventi diretti e indiretti della manovra graveranno sulle famiglie per 33 miliardi dei 54 complessivi», ha detto il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, aprendo il convegno annuale. Il Codacons se la prende con l’ atteggiamento dei commercianti ed ha già realizzato un monitoraggio su 10 città italiane: il 35% dei negozi ha già aumentato i listini e lo stesso ha fatto la stragrande maggioranza dei distributori. «C’ è il rischio che i rincari si possano estendere anche a beni e servizi non coinvolti dallo scatto dell’ aliquota Iva, determinando una stangata da 385 euro a famiglia». Sono soprattutto i piccoli negozi ad aumentare, a Milano, Venezia e Napoli ci sono stati i rincari maggiori, insiste il Codacons che ha lanciato anche l’ allarme bollette energetiche, telefoniche e servizi Internet. E Rienzi annuncia che sta preparando esposti a 104 Procure in tutta Italia, perchè si indaghi sui rincari ingiusti delle bollette. Allarme sui rischi speculazioni anche dalla Coldiretti: «bisogna vigilare affinchè l’ aumento dell’ Iva non sia l’ occasione per speculare con aumenti di prezzo ingiustificati su beni indispensabili per i cittadini e le imprese dalla benzina ad alcuni tipi di alimenti e bevande», dice la Coldiretti, sottolineando che la maggioranza degli alimenti sono esclusi dai rincari che invece colpiscono alcuni prodotti di largo consumo come l’ acqua minerale, la birra e il vino, per il quale ha stimato un introito aggiuntivo per lo Stato di 35-40 miliardi. «Per una bottiglia di 3 euro il giusto aumento è 3 centesimi e bisogna evitare rincari ingiustificati». Contro questi allarmi ieri è arrivata una nota di Confcommercio: «Deve essere evidente a tutti che l’ aumento di un punto dell’ Iva produrrà inevitabilmente un piccolo scalino inflazionistico che contribuirà a ridurre la già bassa dinamica dei consumi delle famiglie e del pil», afferma in una nota. Ma «si sperava che i vecchi copioni fossero stati cestinati per far posto ad analisi più serie sulle dinamiche di mercato e inflazione». La preoccupazione sulle conseguenze dell’ aumento Iva sui consumi comunque è condivisa, e anche la Confcommercio aveva contestato la misura. Ieri la Confesercenti ha anche stimato gli effetti sugli esercizi commerciali a rischio chiusura: prima della recessione il saldo negativo fra aperture e chiusure era stato di 80mila imprese in meno; nel solo biennio di congiuntura negativa, 2008-2009, era salito a meno 110mila. Nei giorni scorsi il Centro studi Ref che prepara le analisi per Confesercenti aveva rivisto le previsioni: per il 2012 0,1% di pil e consumi bloccati. «I commercianti faranno di tutto per non aumentare i prezzi, ma chi è preso alla gola sarà costretto a trasferire la crescita sul cliente. Il 2012 sarà peggio del 2011 e aumenterà il rischio chiusure», ha detto Venturi. Intanto si allunga la lista delle catene che tengono i prezzi fermi: nei 272 negozi della cooperativa toscana di distribuzione alimentare Etruria Sma l’ aumento Iva non sarà applicato. © RIPRODUZIONE RISERVATA NORD-EST IL PIÙ COLPITO Variabile Pmi Dalla simulazione di Confesercenti emerge che l’ area produttiva più colpita dall’ aumento dell’ aliquota Iva è il Nord-Est (166 euro al mese per famiglia). E in molti già si chiedono quale sarà l’ effetto su tutto il tessuto di piccole e medie imprese, molto presenti in queste zone. Gli aumenti minori dovrebbero invece registrarsi nelle isole (102 euro) e più in generale al Sud (113 euro). Pressione fiscale al 54% Secondo Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, «per i contribuenti onesti l’ aumento dell’ Iva ma non solo è sicuramente una notizia shock: nel 2014, infatti, gli effetti complessivi delle manovre correttive di luglio e di Ferragosto faranno schizzare la pressione fiscale reale oltre il 54 per cento.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- ECONOMIA & FINANZA
-
Tags: aumenti, bollette, Carlo Rienzi, Coldiretti, commercianti, Confesercenti, marco venturi, negozi, Prezzi, procure