9 Aprile 2013

Italia, l’ anomalia del canone evasione record del 44 %

Italia, l’ anomalia del canone evasione record del 44 %

La prima serata tv non finisce mai: perché subirsi tre ore di programma quando grazie a internet si può seguire il frammento che interessa? E’ quindi ovvio che pure qui computer e tablet stiano soppiantando i televisori, che però, nelle case, esistono e resistono. Se gli abbonamenti ai pacchetti Sky e Premium reggono, soprattutto grazie allo sport, la situazione italiana rispecchia ancora sostanzialmente l’ antico duopolio, Rai e Mediaset. Laddove Mediaset, network commerciale, è gratuito; mentre per la Rai si paga il canone, che è un’ imposta sulla «detenzione dell’ apparecchio»: significa che il canone deve essere pagato indipendentemente da cosa si guarda. L’ evasione fiscale del canone Rai è altissima. Complessivamente ammonta ogni anno a 800 milioni di euro. Quasi un italiano su tre non lo paga. E secondo una indagine del Codacons, 2011, non lo pagano quasi tutti gli esercizi pubblici (circa il 96% di bar, alberghi, ristoranti). Raddoppiata la percentuale delle famiglie che evadono. Nel 2005 era il 22%; alla fine del 2012, il 44%. Il canone è percepito come un iniquo balzello. Svariati partiti politici hanno esortato, in sovrapposizione con la recente campagna elettorale, a non pagarlo. La obbligatorietà del canone è norma generalmente rispettata fino all’ arrivo della televisione commerciale. Da allora la Rai, che ai tempi del monopolio trasmette pubblicità praticamente solo in Carosello , moltiplica gli spazi per gli spot. Si abbatte sulla concorrenza. Ottempera sempre meno alle esigenze di pubblico servizio. Abbandona completamente alcune fasce di spettatori. Ora con il digitale c’ è qualche recupero di immagine, che però non si riverbera sul pagamento del canone.
alessandra comazzi

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