10 Maggio 2013

ISTAT SU INFLAZIONE: PIU’ COLPITE LE FAMIGLIE POVERE

ISTAT SU INFLAZIONE: PIU’ COLPITE LE FAMIGLIE POVERE CODACONS CHIEDE INDICE AD HOC PER LA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI FINO A 1400 EURO

 

LE PENSIONI E GLI STIPENDI PIU’ BASSI VANNO RIVALUTATE ALL’INFLAZIONE REALE

 

Oggi l’Istat ha presentato i nuovi indicatori che misurano l’impatto dell’inflazione sulle famiglie suddivise per classi di spesa. Secondo i dati resi noti, tra il 2005 ed il 2012, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie con la spesa media più bassa è aumentato del 20,2%, a fronte del +16% registrato per le famiglie con la spesa più alta e del +17,5% dell’Ipca.
Per il Codacons i dati illustrati oggi dimostrano, finalmente, la bontà di quanto l’associazione sta sostenendo da anni, ossia che i poveri sono penalizzati dalle medie di Trilussa dell’inflazione ufficiale e per questo le loro pensioni e stipendi dovrebbero essere rivalutati con un indice ad hoc.
Il Codacons dal 2004 chiede, ad esempio, di adeguare le pensioni rispetto ad un nuovo indice dell’inflazione fatto ad hoc per i pensionati, in base ai loro effettivi consumi e al reale aumento del costo della vita. Un obbligo morale almeno per le pensioni fino a 3 volte il trattamento minimo, ossia poco più di 1400 euro.
I pesi del paniere utilizzati attualmente dal legislatore per perequare le pensioni, infatti, sono basati sui consumi medi di una famiglia di operai e impiegati (Foi), la famosa media del pollo, ma in realtà ci sono grandi differenze a seconda del numero dei componenti della famiglia, del reddito e della condizione sociale, come dimostrano i dati di oggi. Ecco perché almeno le pensioni più basse andrebbero indicizzate in modo più realistico e specifico.
Dal 2002 ad oggi, infatti, questi pensionati hanno avuto un’inflazione da doppia a tripla rispetto a quella media ufficiale, perdendo sempre più potere d’acquisto. Un pensionato, infatti, ha molte più spese obbligate rispetto agli altri, concentra la gran parte delle spese in alimentari, abitazione (acqua, elettricità….) e nei beni ad alta frequenza di acquisto.
In 11 anni i pensionati si sono, quindi, progressivamente impoveriti e oggi la metà di loro, circa 7,4 milioni, il 44,1% del totale, riceve una pensione da fame, inferiore a 1.000 euro, insufficienti per acquistare il cibo necessario.

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