Istat: crescono redditi e risparmi Ma i consumatori sono scettici
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fonte:
- L`Eco di Bergamo
Potere d´acquisto e risparmi, l´Istat vede rosaAnsa Roma A inizio 2013, dopo due anni in rosso, il potere d’ acquisto delle famiglie è tornato a crescere e si è ricominciato anche a risparmiare, come ormai non accadeva da tempo a causa di una crisi che aveva colpito il mito degli italiani «formiche». A registrare l’ inversione di rotta è l’ Istat, che però vede consumi e spese ancora in stallo e non solo per le famiglie. Il monitoraggio dell’ Istituto di statistica si estende anche alle imprese, o meglio alle società non finanziarie, che hanno mostrato profitti al palo e investimenti in ribasso. Insomma, nei primi tre mesi dell’ anno qualche miglioramento c’ è stato, ma resta profondo il divario da recuperare, e soprattutto continuano le sofferenze per le aziende. La boccata d’ ossigeno per i portafogli degli italiani è evidente se si guarda al potere d’ acquisto, ovvero al reddito «reale» al netto dell’ inflazione. Infatti la capacità di spesa è risalita dello 0,5% sul trimestre precedente dopo otto cali consecutivi. Invece nel confronto con l’ anno scorso il ritardo è ancora presente (-2,4%), anche se la flessione è più che dimezzata rispetto alla fine del 2012. Lo stesso vale per il reddito in termini nominali: è aumentato dello 0,8% sul trimestre mentre è risultato in discesa a livello tendenziale, cioè su base annua (-0,4%). Gli italiani hanno, così, ripreso a mettere da parte, con la propensione al risparmio, la fetta delle risorse avanzate rispetto ai guadagni, risalita al 9,3%, in crescita anche su base annua (+0,9 punti). In questo caso il cambiamento è significativo e mette fine alla lunga erosione dei risparmi che aveva portato la quota degli accantonamenti ai minimi storici. Oggi, invece, la soglia si è risollevata ai livelli del 2010, pur se rimane forte la distanza con i valori del periodo precrisi. Non è ripartita, almeno per ora, la spesa delle famiglie per consumi, sostanzialmente ferma a confronto con il trimestre precedente e in diminuzione dell’ 1,4% su base annua. E così gli investimenti, che a livello familiare coincidono con l’ acquisto della casa: il loro tasso è rimasto in flessione, anche se lieve. Le associazioni dei consumatori (Codacons, Federconsumatori e Adusbef) mettono l’ accento proprio sullo stallo della spesa, considerando troppo ottimistici i dati sul reddito. Vede nero anche Confesercenti che stima per il 2013 una perdita del potere d’ acquisto di altri 692 euro a famiglia. Passando alle aziende, i miglioramenti ancora non si scorgono, anzi: nel primo trimestre la quota di profitto è scesa per l’ ennesima volta, raggiungendo nuovi picchi negativi. È andata male anche sul fronte investimenti, con le società non finanziarie che hanno ulteriormente assottigliato la quota. I dati del «Rapporto su reddito e risparmio delle famiglie» diffuso da Istat, secondo Confesercenti, confermano l’ assenza di ripresa nei primi tre mesi di quest’ anno: tutte le principali voci sono in calo rispetto allo stesso periodo del 2012, con la significativa eccezione della propensione al risparmio, che torna a crescere a causa dell’ incertezza sul futuro. I timori sul futuro degli italiani sono ben motivati: secondo le stime Confesercenti, nonostante il lieve miglioramento (+0,5%) registrato nel I trimestre 2013 rispetto agli ultimi tre mesi del 2012, il reddito disponibile si contrarrà anche nell’ anno in corso, per una cifra complessiva di 8,5 miliardi: 4,5 miliardi per quanto riguarda i lavoratori autonomi e 4 per quelli dipendenti. La diminuzione delle risorse disponibili porterà inevitabilmente a un’ ulteriore riduzione del potere d’ acquisto delle famiglie, che scenderà nel 2013 di altri 692 euro per ogni nucleo familiare, per un totale di 16,9 miliardi. «Non possiamo permetterci un altro anno di recessione», conclude Confesercenti. nascosto
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