26 Ottobre 2019

Interessi troppo alti, la finanziaria condannata a risarcire il cliente

Applicava tassi che superavano, se pur di poco, il limite dell’ usura. Una finanziaria così è stata condannata a risarcire il cliente. Il consumatore aveva scoperto l’ inghippo quasi per caso. Era stata, infatti, la consulenza tecnica d’ ufficio a fa emergere che il Taeg era troppo alto. Il giudice Gianluca Fiorella, del tribunale di Brindisi con la sentenza numero 1490/2019 ha accertato la nullità parziale di due contratti di finanziamento stipulati tra un consumatore, difeso dall’ avvocato Vincenzo Vitale e una nota finanziaria, in relazione all’ ammontare degli interessi pattuiti, in quanto usurari. Il giudice ha condannato la finanziaria alla restituzione, in favore del cliente, della complessiva somma di 8.259 euro, oltre interessi legali dei singoli pagamenti e interessi scaduti non pagati dal momento della domanda giudiziale. Il primo finanziamento risaliva al 9 novembre 2007 e prevedeva l’ erogazione di 9.286 di euro, a fronte di un importo richiesto di 9.500 da restituire in 48 rate mensili. Questo finanziamento veniva estinto due anni dopo, il 9 aprile 2009, contestualmente all’ erogazione di un nuovo finanziamento dell’ importo di 10.667,08 (a fronte di un importo richiesto di 9.500 euro), di cui 7.025,95 destinati all’ estinzione del precedente debito. Anche quest’ ultimo finanziamento veniva estinto anticipatamente il 10 ottobre 2012. A seguito di consulenza tecnica d’ ufficio, con riguardo al primo contratto, è stato accertato che il Taeg era del 18,88% e quindi superiore al tasso soglia previsto che è del 18,795%. Anche in relazione al secondo contratto, il Taeg applicato del 15,88% era superiore, seppure di un solo centesimo, al tasso soglia del 15,87%. Questo accertamento ha comportato per entrambi i contratti la gratuità dei rapporti, in applicazione di quanto disposto dall’ articolo 1815, coma II del codice civile. Il Tribunale di Brindisi, dunque, in accoglimento della domanda proposta, ha disposto la restituzione in favore del cliente di quanto dallo stesso versato in eccedenza rispetto al capitale ricevuto, calcolato dal consulente tecnico d’ ufficio nella somma di 2.228,49 euro con riferimenti al primo contratto, e di 6.030,51 euro con rifermento al secondo contratto, per un totale di 8.259 euro. Su questo importo ha riconosciuto al mutuatario il diritto agli interessi legali dai singoli versamenti e gli interessi scaduti e non pagati dal 4 novembre 2014, data dell’ avvio dell’ azione giudiziaria. La società finanziaria è stata condannata a pagare anche le spese della controversia. Un pronunciamento, quello del giudice, davanti al quale esulta la Codacons di Brindisi associazione da sempre impegnata nel tutelare gli interessi delle parti più deboli. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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