Intanto il Codacons “scopre“ un rapporto Usa
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fonte:
- Il Manifesto
Ormai è rimasto solo il Comitato per la sicurezza alimentare europea (Efsa) a sostenere che non ci sia “alcuna necessità“ di ritirare i prodotti alimentari a rischio Itx (ma il comitato solo fra quattro mesi comunicherà la sua “opinione definitiva“ sull`Itx). Aspettando la primavera, ieri il Codacons ha ripescato un documento dell`agenzia governativa americana Epa secondo cui l`Itx sarebbe molto pericoloso: nella pubblicazione Human Health and Ecological Hazard Results, il rischio viene definito “alto“ per 30 microgrammi di Itx per litro, quando la quantità trovata nel latte di Nestlé era pari a 250 microgrammi. Le associazioni dei consumatori ipotizzano nuove azioni legali nei confronti delle aziende coinvolte. A tre mesi dalla scoperta dell`inchiostro nel latte, appare dunque più che giustificato il “principio di precauzione“ che ha spinto Coop Italia a ritirare alcuni prodotti dagli scaffali: succhi e latte italiano questa volta, marchi famosi, Parmalat, Granarolo e Newlat. Coop, che ogni anno ritira centinaia di prodotti non conformi, fa sapere che questo ritiro è stato concordato con le aziende. Ma la sostanza non cambia, dopo la multinazionale (Nestlé è sparita dalle cronache) tocca a due marchi nostrani finire sul giornale, magari con inserzioni pubblicitarie. “Come è successo in altre occasioni – precisa Coop – la scelta potrebbe rivelarsi eccessiva rispetto ai reali rischi per i consumatori, tuttavia il principio di precauzione richiede questi interventi, riscontrabili in decine di altri casi nel corso dell`anno“. Anche Carrefour ha ritirato quei prodotti. Il Gruppo Granarolo ha dichiarato che gli imballi precedentemente stampati con Itx (“meno dell`1% della produzione“) erano già stati ritirati, e per questo “invita gli operatori ad evitare ingiustificati allarmismi“. Ma è Parmalat che rischia grosso; perché il gruppo guidato da Enrico Bondi, dopo il crack, sta puntando tutte le sue carte sul prodotto, che ormai è l`unico punto di forza per provare a ripartire. Quanto alla Tetra Pak, i cui legali ieri sono stati ascoltati dalla procura di Ascoli, continua a sostenere di avere utilizzato Itx solo su una quota marginale della produzione, e “fino al 30 ottobre“. Una data che di fatto è una ammissione di responsabilità, visto che dal 2 settembre tutti gli addetti ai lavori (ministero e aziende) erano al corrente dell`inquinamento. “Nestlé e Tetra Pak hanno il dovere della prudenza“, dice ora il ministero della Salute riferendosi alle pubblicità che con troppa leggerezza danno per scontata l`innocuità dell`Itx. Una prudenza che tutti – Storace per primo – avrebbero fatto bene a esercitare mesi fa, perché la gestione pasticciata della crisi, che sembrava giustamente penalizzare solo Nestlé, adesso rischia di tagliare le gambe anche ai produttori di latte nostrano.
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