3 Agosto 2015

Insorge il popolo del web: in 31mila si mobilitano per far riaprire il ‘Cocco’

Insorge il popolo del web: in 31mila si mobilitano per far riaprire il ‘Cocco’

lega nord e pd: «il questore difende i giovani»
«NO alla chiusura del Cocoricò». E’ un grido fragoroso quello che dal web si alza a difesa della piramide più famosa d’ Italia, colpita dal provvedimento di chiusura emesso dal questore di Rimini. Lo stop di quattro mesi non è andato giù al popolo dei social network, che si è subito mobilitato a favore del tempio della musica elettronica. Ieri sera erano già 31mila gli iscritti alla pagina Facebook ‘Riapriamo il Cocoricò’, nata proprio per protestare la ‘serrata’ forzata imposta alla discoteca delle colline riccionesi. Tantissimi i commenti degli utenti. «La droga gira ovunque e chiudere il locale non ha alcun senso. Se c’ è una cosa che si può fare, è vietare l’ ingresso ai minorenni». «Ho 47 anni e sono padre di tre figli: non riesco proprio a capire cosa c’ entrino i gestori della discoteca con quello che è successo. Non è lasciando senza lavoro tutte quelle persone che si risolve il problema». Fuori dal mondo virtuale, intanto, politica e opinione pubblica si dividono. C’ è chi, come il deputato della Lega Nord Gianluca Pini, plaude all’ iniziativa del questore: «la decisione di chiudere il Cocoricò, a seguito dei drammatici fatti degli ultimi giorni, è una scelta di coraggio, a tutela dei giovani». Dello stesso avviso il parlamentare riminese del Pd, Tiziano Arlotti: «Quando ci sono in ballo le vite dei ragazzi una certa rigidità ci vuole e le responsabilità prese fino in fondo». Secondo Carlo Rienzi, presidente del Codacons, «quattro mesi di stop sono una sanzione leggera, soprattutto se rapportata alla gravità del tragico episodio avvenuto il 19 luglio». Di tutt’ altra opinione la conduttrice e opinionista Selvaggia Lucarelli: «per risolvere il problema della droga hanno chiuso il Cocoricò. Ora che chiudano anche i falò così la smettono di bere birre». le fa eco Claudio Coccoluto, dj simbolo del mondo della notte, che dalla sua pagina Facebook si è espresso contro il provvedimento. E a rincare la dose ci ha pensato Aniceto, il dj già membro della Consulta Antidroga di palazzo Chigi: «Chiudere il Cocoricò è pura follia» ha detto. Lorenzo Muccioli.
lorenzo muccioli

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