Ingroia ad Aosta? Ne parla l’ Italia ma la politica valdostana tace
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fonte:
- La Stampa
Maurizio Martin Il presidente della Stella Alpina si limita ad un «prendo atto della notizia» Chantal Certan Il segretario di Alpe commenta lapidario «E noi in Guatemala chi ci mandiamo?» Antonio Ingroia. Il Csm ha proposto di ricollocarlo in ruolo come giudice a Aosta Il nome di Aosta agli onori della cronaca per il ventilato arrivo di Antonio Ingroia. La proposta del Csm di ricollocare come giudice l’ ex pm antimafia della Procura di Palermo nel tribunale di via Ollietti – dove tra i corridoi il commento più gettonato è «Tanto non accetta» – ha riempito le pagine dei giornali, le cronache televisive ed è diventato un caso su internet: tra giovedì sera e ieri mattina «Aosta» era una delle dieci parole più digitate in Italia sul social network che cinguetta, tra battute e commenti salaci tipo «una volta li mandavano in Barbagia (coloro che venivano puniti, ndr)» e «Ingroia mandato ad Aosta. In Guatemala (dove Ingroia ha avuto un incarico dell’ Onu per la lotta al narcotraffico, poi abbandonato per candidarsi alle elezioni politiche con Rivoluzione Civile, ndr) festeggiano da ieri notte». Dopo l’ abbraccio virtuale del questore aostano Maurizio Celia, che subito dopo l’ annuncio del Csm ha scritto sul web «Aosta è sempre più vicina del Guatemala, si mangia meglio e la gente è più affidabile. Benvenuto al Nord», ieri mattina ha cercato di far abbassare i toni anche il vice presidente del Csm, Michele Vietti, secondo cui «non c’ è assolutamente intento punitivo o volontà ritorsiva, ma solo la normale applicazione della regola», ovvero quella secondo cui i magistrati candidati e non eletti non posso esercitare per un periodo di cinque anni le loro funzioni nella circoscrizione nel cui ambito si sono svolte le elezioni: Ingroia si è candidato ovunque tranne ad Aosta e dunque il capoluogo regionale diventa l’ unica sua meta possibile. «In fondo Aosta è un bel posto» ha aggiunto Vietti. E, del resto, è stato lo stesso Antonio Ingroia a tagliar corto e dribblare le polemiche con una stringata dichiarazione fatta circolare nella giornata di ieri: «Nessun esilio, nessuna punizione, applicano la legge che è uguale per tutti». Nel marasma di prese di posizione restano invece (quasi) tutti zitti in Valle d’ Aosta. Augusto Rollandin, presidente della Regione con funzioni di prefetto, ha opposto un cortese, ma fermo «no comment» alla richiesta di un commento. Tra i leader di partito stessa prudenza. Il presidente della Stella Alpina Maurizio Martin si limita ad un «prendo atto della notizia». Nemmeno con gli esponenti del Pdl, tra i più critici nei confronti dell’ ex procuratore aggiunto di Palermo, si riesce ad andare oltre a dichiarazioni di prammatica: «Siamo di fronte ad una mera applicazione della legge, ogni altro commento è prematuro» dice il coordinatore regionale Alberto Zucchi e gli fa eco il capogruppo Massimo Lattanzi: «Nulla da dire». Torna invece sull’ argomento Luciano Caveri che apre l’ album di famiglia e ricorda: «Quintino Sella fece trasferire ad Aosta il mio bisnonno prefetto perché riunì tessili e operai a Biella. Il timbro “buono per Aosta” c’ è ancora». Lapidaria Chantal Certan, segretario di Alpe: «Ingroia in Valle d’ Aosta. E noi in Guatemala chi ci mandiamo?». Taglia corto Marco Belardi, segretario regionale dell’ Idv e candidato in Piemonte alle ultime Politiche per Rivoluzione Civile: «Se arriva Ingroia, io sono contento. Ma aspettiamo, si sta facendo tanto rumore per nulla». In attesa di capire se l’ ex pm accetterà o meno la destinazione ad Aosta, sul tavolo spunta un ricorso al Tar firmato, a livello nazionale, dall’ associazione dei consumatori Codacons, che ha deciso di impugnare la delibera con cuiil Csm ha proposto al Plenum la sua ricollocazione in ruolo, definita «gravissima» e contro «i più basilari principi costituzionali». Il rappresentante regionale del Codacons, Giampiero Marovino, commenta: «Abbiamo sempre criticato il fatto che un magistrato possa fare politica. Il ricorso è generale e non è mirato al caso Ingroia. Non c’ è nulla da eccepire sul fatto che venga ricollocato ad Aosta. La questione sta a monte: per noi i magistrati che fanno i salti della quaglia sono un fenomeno negativo perché il loro è un compito delicato da svolgere». LO STOP ALLE POLEMICHE L’ ex pm di Palermo: «Nessun esilio, ma l’ applicazione della legge uguale per tutti» RICORSO AL TAR Il Codacons nazionale ha impugnato la delibera sulla ricollocazione in ruolo.
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