16 Settembre 2008

Influenza, arriva l'”australiana”: meglio vaccinarsi

L a stagione influenzale alle porte rischia di mettere a letto molte più persone. L’avviso viene da Vilamoura (Portogallo) dove è in corso la III conferenza europa sull’influenza: infettivologi e igienisti spiegano che nel vaccino verranno inseriti tre nuovi ceppi virali rispetto alla stagione precedente, per far fronte ai virus che verosimilmente circoleranno in Europa. Si tratta del ceppo A/H3N2 dell’Australiana, e dei ceppi A/Brisbane e B/Florida. Sono questi infatti i campioni che sono stati osservati con maggiore frequenza dal network di sorveglianza dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che permette di verificare contro quali ceppi virali è necessario indirizzare la produzione del vaccino. Ma dall’Oms vengono anche dati più allarmanti: la pandemia che statisticamente si attende potrebbe essere più vicina. Intanto il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha inviato alle Regioni la circolare per la prevenzione e il controllo dell’influenza per avviare in modo tempestivo le procedure della profilassi.
Le segnalazioni che gli esperti derivano dall’Australia parlano di un forte aumento di casi di influenza nel 2007 (il triplo rispetto agli ultimi cinque anni), e si teme che questo andamento possa ripetersi in Europa nella prossima stagione, quando – per la prima volta dopo vent’anni – verranno cambiati tutti e tre i ceppi virali del vaccino: «Pur non risultando in sé più contagiosi o virulenti – spiega Giancarlo Icardi, responsabile del Dipartimento di igiene dell’università di Genova – essendo completamente nuovi rispetto a quelli circolati nelle ultime stagioni, questi tre ceppi avranno con molta probabilità conseguenze dirette sull’epidemia influenzale che potrà rivelarsi più intensa di quelle di media entità delle ultime stagioni. Questo a causa della “novità immunologica” che questi tre ceppi rappresentano», precisa l’esperto. E l’Oms continua a lanciare anche l’allarme pandemia, una diffusione del contagio influenzale in ampi strati di popolazione, che potrebbe mettere in crisi i sistemi sanitari e produttivi: le stime parlano di 57-132 milioni di pazienti da visitare nei soli Paesi industrializzati con 1-2,2 milioni di ricoveri in ospedale.
Ma nel nostro Paese, il grado di diffusione della vaccinazione resta piuttosto basso. La media parla di un italiano su 4 che ricorre all’immunizzazione contro i virus influenzali, mentre il 66 per cento della popolazione non si è mai vaccinata (dati di Tns Healthcare da un sondaggio per conto dei produttori europei di vaccini). Mentre secondo uno studio condotto su 8 Paesi europei tra cui l’Italia i costi sociali e sanitari dell’influenza sarebbero ridotti del 70% se si ricorresse alla vaccinazione su larga scala.
Il Codacons invece parla di allarmi interessati: «Ogni anno le aziende farmaceutiche per aumentare i ricavi e battere la concorrenza mettono in commercio troppo presto il vaccino. La conseguenza è che chi acquista queste primizie spesso finisce per ammalarsi lo stesso».
Cambiano tutti e tre i ceppi virali in circolazione nella stagione 2008-2009 Gli esperti: si rischia di avere il triplo dei casi rispetto alla media E intanto l’Oms rilancia l’allarme pandemia 
 

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this