14 Novembre 2009

Influenza A, Fazio e i medici pediatri: il vaccino è sicuro

 ROMA. Sono state 4 le vittime ieri in Italia dell’influenza A, tra cui un bambino a Potenza: in tutto i decessi sono saliti 48. Sono oltre 150 mila gli italiani invece che hanno ricevuto il vaccino e ora, di fronte ai grandi numeri, si cerca di capire se e quante sono le reazioni avverse. In Francia dopo circa 100.000 vaccinazioni sono stati segnalati 91 casi di effetti collaterali, quattro dei quali registrati come «gravi» e seguiti da ricovero in ospedale.  Ancora nessun caso ufficiale in Italia, solo un medico, denunciato dal Codacons (che ora si offre per raccogliere le segnalazioni da parte dei cittadini sul proprio sito), che ha avuto febbre alta. Ma il vaccino, assicura il viceministro Ferruccio Fazio, «non è pericoloso, vi dovete fidare di me, farò vaccinare anche i miei figli», ha detto. E al coro di quanti vogliono spegnere le preoccupazioni si uniscono anche i pediatri che in un documento sottoscritto dalla Federazione medici pediatri e dalla Società italiana di Igiene, redatto per i colleghi che hanno alcune perplessità, spiegano che «è stato possibile allestire in breve tempo il vaccino grazie alla specifica tecnologia maturata attraverso l’esperienza dei vaccini prepandemici», e soprattutto si sottolinea che l’utilizzo dell’adiuvante "squalene" che «ha il vantaggio di poter ottenere una risposta immunologica protettiva migliore e in tempi più rapidi con un contenuto di antigene minore rispetto ai vaccini stagionali non adiuvati». Oms. Il virus ha ucciso almeno 6.260 persone nel mondo, secondo l’ultimo aggiornamento reso noto ieri a Ginevra dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allergie. Sì alla vaccinazione per i pazienti allergici alle uova ma con cautela. In generale, nel caso di pazienti con allergia confermata o sospetta ad albume di uovo, che seguono una dieta al 100% a prova di uova, la somministrazione del vaccino deve avvenire in presenza di un medico allergologo. Malati tumore. «Il vaccino può essere somministrato anche ai pazienti oncologici in trattamento con chemioterapia, perchè vanno considerati tra le categorie a rischio di complicanze delle vie respiratorie concomitanti alla sindrome influenzale» è stata la dichiarazione dell’Associazione italiana di oncologia medica.

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