Inflazione in calo, giù i prezzi degli alimentari
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fonte:
- La Sicilia.it
ROMA. L’ indice nazionale dei prezzi al consumo è salito in agosto dello 0,3% su base mensile e dell’ 1,1% nel confronto annuale. L’ inflazione acquisita per il 2013 sale all’ 1,3% rispetto all’ 1,2% di luglio. Una lieve frenata sul 2012, ma non tutti sono d’ accordo. Il confronto viene fatto sul “carrello della spesa”. Per l’ Istat, i prezzi del carrello crescono dell’ 1,7% su base annua, in leggera frenata sul 2% di luglio. Per il Codacons, il colpo di freno dipende dal crollo della spesa familiare, oltre che dalle ferie e dal ribasso dei prodotti petroliferi. Ma se facciamo i conti, una famiglia di tre persone, per la sola spesa di tutti i giorni, spende 237 euro in più rispetto a un anno fa. Anche Adusbef e Federconsumatori attaccano l’ Istat: nessuna frenata. A fine anno, l’ aumento complessivo di prezzi e tariffe dovrebbe salire di 603 euro per una famiglia di tre persone. Coldiretti scopre nel piatto degli italiani segni di deflazione, per effetto della crisi che fa crollare i consumi e taglia i prezzi dei prodotti alimentari (-5,5% per i vegetali freschi a luglio). Si rilevano aumenti inferiori all’ 1% per il pesce fresco di mare, la carne suina, latte e burro, i vini. Sette italiani su dieci hanno tagliato la spesa per alimentari del 4% in media. A giudizio della Cia, “il basso tasso di inflazione è frutto del clima di depressione dei consumi che ha costretto oltre il 70% delle famiglie a tagliare anche sul cibo, con un calo dell’ 1,8% della spesa per prodotti indispensabili. Insomma, l’ inflazione è frenata dal blocco della spesa che le famiglie si sono imposte di fronte alla crisi. Una crisi che ha inciso sui redditi prima che sui prezzi. L’ Istat, nella sua analisi statistica, indica le cause dell’ inflazione ad agosto al rallentamento dei prezzi degli alimentari e dei prodotti energetici, in parte bilanciato dall’ accelerazione dei prezzi dei servizi, in particolare i trasporti che scontano ancora gli aumenti del gasolio nei mesi precedenti. In sensibile aumento su base mensile risultano i prezzi dei prodotti con media frequenza di acquisto; in flessione dello 0,1% i prezzi dei prodotti con bassa frequenza di acquisto. Il punto cruciale rimane il “carrello della spesa quotidiana”, i prodotti ad alta frequenza d’ acquisto, perché necessari. In prospettiva, il carrello, cioè la dinamica dei consumi diffusi, è condizionato dal potere d’ acquisto dei redditi fissi (stipendi e pensioni). Non c’ è prospettiva di recupero per questi redditi, sui quali pesano le incognite della pressione fiscale. I prezzi al consumo non possono scendere di più dopo la caduta. Uscire dalla crisi significa recuperare il potere d’ acquisto perduto dalle famiglie.
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