Inflazione giù, cresce il potere d’ acquisto per le famiglie
MILANO (lorenzo alle grini) – Il Potere d’ acquisto delle famiglie italiane sale dell’ 1,6% nel 2016, la crescita maggiore in 15 anni. Si tratta di un dato positivo, ma fortemente influenzato dalla debolezza dei prezzi nella prima parte dell’ anno. Con la risalita dell’ inflazione, infatti, nell’ ultimo trimestre del 2016 si vede una brusca inversione di tendenza. Tra ottobre e dicembre il Potere d’ acquisto scivola di 0,9 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti. L’ Istat conferma inoltre che nel 2016 l’ Italia si è indebitata di meno rispetto al 2015. Il deficit dei conti pubblici è pari per lo scorso anno al 2,4% del Pil, in riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2015. Secondo il Codacons l’ aumento del Potere d’ acquisto delle famiglie è solo una “illusione ottica” perché “è da attribuirsi unicamente alla deflazione e al crollo dei prezzi al dettaglio avvenu to nel corso del 2016, quando l’ inflazione ha fatto segnare una media del -0,1%”. Il presidente dell’ associazione, Carlo Rienzi, evidenzia che questa situazione “ha portato a un aumento della capacità di spesa delle famiglie, che tuttavia è fittizia, perché non corrisponde ad un miglioramento reale delle condizioni economiche dei cittadini”. Il Codacons ricorda inoltre che tra il 2007 e il 2014 la capacità di spesa delle famiglie è diminuita complessivamente del 12%, mentre nello stesso periodo i consumi degli italiani sono crollati per la maxi -cifra di 80 miliardi di euro. Anche Confesercenti invita a non lasciarsi ingannare dal dato ‘secco’. Per l’ associazione degli esercenti, nonostante il recupero record del 2016, il gap del Potere d’ acquisto rispetto al 2008 è ancora di oltre 70 miliardi di euro. Confe sercenti lamenta a proposito un ritardo nella ripresa dei consumi, definita ancora “debole” nel 2016 e ferma a un livello “insufficiente”. A proposito, l’ Istat stima una crescita per il terzo anno consecutivo dei consumi finali, pari all’ 1,3%. Anche la propensione al risparmio delle famiglie fa progressi, guadagnando 0,2 punti percentuali rispetto al 2015 e attestandosi all’ 8,6%. Infine, la pressione fiscale nel quarto trimestre del 2016 è diminuita di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2015, scendendo al 49,6%. Ma per Confesercenti non sono ancora abbastanza né la riduzione delle tasse né la spending review, che secondo l’ Istat porta in dote un taglio della spesa pubblica di 9 decimali di punto rispetto al Pil, soprattutto per gli 11 miliardi in meno di spesa in conto capitale dello Stato nello scorso anno.
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