Inflazione: A Settembre Crolla A 0,9%, Minimo Da 2009. Codacons. Ma da domani i prezzi salgono dello 0,6%
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- Agenpress
Agenpress – Scende ancora il tasso d’inflazione annuale nella zona euro: 1,1% a settembre 2013, in calo rispetto all’1,3% di agosto, secondo la prima stima di Eurostat. Cibo-alcol-tabacco il settore con i prezzi in maggiore aumento (2,6% contro il 3,2% di agosto), seguito da servizi (1,5% contro 1,4%).
I prezzi del cosiddetto carrello della spesa a settembre diventano ‘meno cari’, con i prodotti ad alta frequenza d’acquisto che aumentano solo dell’1% su base annua, in forte frenata rispetto ad agosto (+1,7%). Si tratta del dato più basso dall’ottobre del 2009.
L’insieme dei prodotti che rientrano nelle spese più frequenti, dal cibo ai carburanti, mostra quindi un rincaro di poco superiore al tasso d’inflazione generale (0,9%). Ormai i due indici sono quasi sullo stesso piano. D’altra parte il ‘carrello della spesa’ su base annua ha registrato un rallentamento di sette decimi di punto a confronto con agosto. Invece su base mensile l’indice presenta, a differenza del tasso complessivo, un rialzo dello 0,2%.
Per il Codacons sarebbe, finalmente, una bella notizia, l’unica nota positiva in una marea di dati economici negativi, se non fosse così effimera e non avesse la durata di appena un giorno. Domani, infatti, scatterà l’aumento dell’Iva ed i prezzi, nonostante il crollo dei consumi, rialzeranno immediatamente la testa, mandando definitivamente sul lastrico le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese.
Per l’associazione di consumatori, infatti, l’Iva al 22% determinerà, a regime ed in assenza di arrotondamenti selvaggi e speculazioni, un rialzo dei prezzi dello 0,6% (per la precisione 0,64%), esattamente come previsto e puntualmente verificatosi nel settembre del 2011, quando l’aliquota passò dal 20 al 21%. Si tratta di una stangata che, per una famiglia di 3 persone, equivale a 209 euro su base annua.
Il Codacons ricorda che il precedente aumento Iva fece schizzare l’inflazione dal 2,8% di agosto al 3,4% di ottobre (era aumentata a metà settembre, quindi ci vollero due mesi per dispiegare i suoi effetti), con un aumento congiunturale, da settembre ad ottobre, dello 0,6%, dovuto, come riportato dall’Istat, agli “effetti delle misure previste dalla recente manovra finanziaria (Legge n. 148/2011) e, in particolare, dell’aumento dell’aliquota dell’Iva ordinaria al 21%”. Da allora, per un anno esatto, nonostante il crollo della domanda, l’inflazione non scese più sotto il 3,1%. Poi nell’ottobre 2012, finito, appunto, l’effetto Iva, l’inflazione ridiscese dal 3,2% di settembre al 2,6%, ossia si abbassò nuovamente di 6 decimi di punto percentuale.
Per questo il Codacons, considerato che difficilmente si potrà orami evitare l’aumento complessivo dell’Iva, chiede al Governo di escludere dal rialzo almeno i carburanti, per evitare un effetto di trascinamento su tutte le merci trasportate, che, per l’80, viaggiano su gomma. Questo per evitare aumenti dei prezzi anche di quei prodotti, come gli alimentari, che formalmente non sono interessati al rialzo dell’aliquota.
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