Infermiera uccide 13 pazienti E ironizza: «Almeno dormono»
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- Libero
CHIARA GIANNINI Uccideva le sue vittime iniettando loro dosi massicce di eparina. Così Fausta Bonino, 56 anni, infermiera originaria di Savona, ma impiegata all’ ospedale Villamarina di Piombino, è stata arrestata l’ altro ieri dai carabinieri del Nas di Livorno con l’ accusa di omicidio volontario e aggravato, plurimo e continuato e ha diverse aggravanti. La donna, al momento dell’ arresto, avvenuto all’ aeroporto Galilei di Pisa, era appena atterrata da Parigi, dove era andata assieme al marito a trovare uno dei figli che abita nella città francese. Le vittime della Bonino erano tutte ricoverate nel reparto di anestesia e rianimazione e sono morte tutte poche ore dopo un intervento chirurgico. Si tratta di Marco Fantozzi, ricoverato per insufficienza respiratoria, Terside Milianti, per embolia polmonare, Elmo Sonetti, Enzo Peccianti, per polmonite, Adriana Salti, Marisa Bernardini, arrivata da poco dal pronto soccorso, Franca Morganti, Lilia Mischi, Angelo Ceccanti, Mario Coppola, per insufficienza respiratoria, Marcella Ferri, per valvoplastica e protesi all’ anca, Bruno Carletti, per frattura del femore e Alfo Fiaschi. I deceduti avevano tutti un’ età compresa tra i 61 e gli 81 anni e sono morti in seguito a una forte emorragia. Si è risaliti alla Bonino perché al momento del decesso l’ infermiera non solo era di turno, ma era presente all’ evento. Da quanto hanno scoperto i Nas, la donna iniettava dosi di eparina, un farmaco appunto in grado di provocare emorragie nell’ arco di due ore, anche dieci volte superiori a quanto stabilito dalla legge. I carabinieri si sono accorti che il numero dei decessi in quel reparto era drasticamente aumentato (l’ incidenza della mortalità era cresciuta al 20 per cento), nel periodo che va dal 19 gennaio 2014 al marzo 2015 (l’ ultimo caso è dell’ 11) e hanno iniziato a indagare. Al momento sono al vaglio degli inquirenti altri tre casi sospetti. Cosa certa è che l’ infermiera, quando si è capito che c’ era qualcosa di strano, è stata trasferita agli ambulatori, dove non era più a diretto contatto con i pazienti. La Bonino si trova adesso rinchiusa nel carcere Don Bosco di Pisa, con un’ ordinanza cautelare firmata dal gip del tribunale di Livorno Antonio Pirato. Per il momento, nonostante le accuse che le sono state mosse, non ha detto una parola. «Questo episodio» ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin «mette in evidenza ancora una volta la necessità di una tutela particolare per le persone anziane e più fragili che alle strutture sanitarie affidano la loro esistenza». Il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, invece, ha detto alla stampa che «se fosse accaduto quanto si ipotizza, sarebbe di una gravità assoluta». Il capogruppo di Forza Italia in Regione Stefano Mugnai ha invece chiesto a Rossi di «riferire al consiglio ogni informazione di cui entrerà in possesso. In Toscana» ha proseguito «gli organismi preposti al monitoraggio e al controllo finalizzati a prevenire situazioni di questo tipo già esistono, ma vanno messi in condizione di lavorare a pieno regime e in assoluta libertà». Per il Codacons, che ha annunciato un esposto in Procura, «in attesa che la magistratura chiarisca i dettagli di questa vicenda, c’ è una domanda alla quale gli inquirenti dovranno fornire al più presto risposta: come sia stato possibile che di fronte a 13 decessi sospetti l’ ospedale non si sia accorto di nulla». L’ assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi ha invece dato da intendere che «I Nas sono arrivati in ospedale a Piombino dietro segnalazione della Regione».
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