Indagine nei negozi Differenze di prezzo del 50%
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fonte:
- Il Tempo
Indagine nei negozi Differenze di prezzo del 50%
SCATTA il conto alla rovescia per il secondo sciopero degli acquisti indetto dall`Intesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) per il 12 settembre, a cui hanno aderito centinaia di associazioni come la Casa del Consumatore, la Cgil, la Uil Pensionati, l`Associazione Agenti assicurativi. Contro la speculazione ed il caro-vita galoppante, l`Intesa ha dimostrato come si possa fare la spesa senza prosciugare anzitempo lo stipendio, a Roma come in varie città italiane, rivolgendosi ai discount. Un`indagine condotta in quattro esercizi commerciali del quartiere Prati (supermercato «GS» di piazzale degli Eroi – «Discount Todis» di via Trionfale – Alimentari di via De` Calboli e «Danesi» di via Ferrari – mercato rionale via A. Doria) sui prezzi dei beni contenuti nel paniere-tipo, considerando un`unica marca per ogni tipo di articolo, ha rivelato uno scarto che sfiora il 50%.
Lo stesso pacco di farina pagato al discount 0,28 euro, al supermercato ne costa 0,50 mentre al negozio di alimentari lievita fino a 0,70. Un pacco di spaghetti da mezzo chilo varia dai 0,55 euro del supermercato fino ai 0,60 del negozio di fiducia; prezzi dimezzati invece al discount (0,30 euro) o al mercato (0,40 euro).
Stesso discorso per il famigerato corredo scolastico che, alla vigilia della prima campanella, ha già svuotato le tasche dei genitori romani. Un mini kit con il minimo essenziale, quadernone, penna, matita e gomma, all`ipermercato del centro commerciale Auchan di Casal Bertone costa 5,05 euro, mentre la cartoleria di via Ferrari espone i medesimi articoli alla cifra del 5,49. Si risparmia circa la metà (3,85 euro) presso la carteloria discount di viale Angelico. Lo zaino dell`Uomo Ragno, personaggio-cult del momento fra i giovanissimi, raddoppia dai 28 euro della cartoleria discount ai 61,90 del negozio classico.
«Lo sciopero del 12 è contro tutto questo. Questa differenza del 50-60% è un furto – denuncia Carlo Rienzi presidente del Codacons – Non è giustificabile in nessun modo. È il momento di dire basta e far capire alla gente che il consumatore si organizza, deciso a non subire più le prevaricazioni del mercato cosiddetto libero».
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