3 Maggio 2002

Indagine Codacons sull`euro

Gli aumenti hanno mangiato una settimana di stipendio al 47% delle famiglie

Consumatori: siamo sempre più poveri

«Con la lira si arrivava al 27 del mese, con l`euro solo al 20»




ROMA Famiglie italiane sempre più povere: a dare la «botta finale» è stato l`andamento dei prezzi di aprile. Tanto che «aumenti e arrotondamenti hanno mangiato una settimana di stipendio al 47,5% delle famiglie».
La denuncia arriva dalle associazioni dei consumatori, secondo cui numerose famiglie monoreddito – abituate ad arrivare con lo stipendio in lire al 27 del mese – dall`introduzione dell`euro arrivano a malapena al 20-21 del mese, pur conservando le stesse abitudini e con l`identico paniere di spesa.
La stessa Istat – sottolineano Codacons, Adoc, Adusbef e Federconsumatori – nel registrare gli aumenti dei prezzi al consumo dello 0,3% ad aprile, afferma che per l`indice armonizzato aprile ha registrato un +0,8% congiunturale e un +2,6 tendenziale. Per questo le organizzazioni chiedono ora «dove è andata a finire, di fronte a questi dati seppur parziali della realtà, la baldanza del Comitato Euro, che pur di difendere approfittatori e speculatori, aveva accusato le associazioni di Euro-terrorismo? E le associazioni dei commercianti, così pedanti e strafottenti nel dare pagelle alle organizzazioni dei consumatori «buone» per distinguerle dalle «cattive», ree di registrare arrotondamenti notevoli, che cosa rispondono a fronte di aumenti del 4,2% negli ultimi dodici mesi di alberghi, ristoranti, pubblici esercizi e prodotti alimentari, quasi il doppio dell`inflazione?» Quantificando in 1.000 euro l`anno la maggiore spesa per le famiglie, le associazioni dei consumatori chiedono nuovamente al Governo un bonus equivalente per le fasce di reddito fino a 15.000 euro l`anno, «assieme alle doverose scuse di ministri economici, che hanno mistificato la realtà e nascosto la testa sotto la sabbia, facendo finta di non vedere quegli aumenti e quegli arrotondamenti che erano e sono sotto gli occhi di tutti».


Intanto a circa 4 mesi dall`arrivo della moneta unica europea il 35% degli italiani è ancora in preda alla confusione. E` il risultato, non particolarmente tranquillizzante, di un`indagine del Codacons secondo cui l`80% degli italiani è convinto che con l`euro si spenda di più, mentre c`è un buon 70% di connazionali che tornerebbe di buon grado alle «amate» lire.
Il Codacons ha voluto così fare il punto della situazione: l`associazione ha effettuato cioè un`indagine in tutta Italia, nell`ultima settimana di aprile, presso i propri iscritti e interpellando 15 bar e 20 esercizi commerciali alimentari in varie città per verificare quale sia il grado di adattamento degli italiani all`euro, e se i problemi connessi al changeover continuino oppure siano stati superati con successo. E i risultati sono davvero sorprendenti: «Il dato che emerge con imponenza è quello che vede il 90% dei cittadini ragionare ancora in lire. La stragrande maggioranza degli italiani, infatti, al momento di effettuare i pagamenti continua a fare il confronto con le lire, non riuscendo ancora a staccarsi dalla precedente valuta. Il 35% inoltre è ancora preda della confusione e non riesce a districarsi bene tra centesimi e nuove banconote. Questi i principali problemi: difficoltà a distinguere in maniera immediata i centesimi; confusione tra le monete da 1 e 2 euro, in quanto troppo simili; difficoltà a calcolare in breve tempo il resto esatto».
I problemi maggiori si hanno al sud (53% del totale, centro 27%, nord 20%). Ma il dato forse più preoccupante – prosegue il Codacons – è quello che vede l`80% degli intervistati convinto di spendere di più a causa dell`euro. Tralasciando il fenomeno degli arrotondamenti, infatti, si è sviluppato un meccanismo psicologico che porta i cittadini a credere di esser vittime di un «dimezzamento» delle proprie disponibilità economiche.

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