Inchiesta petrolio: Codacons presenta esposto contro Boschi
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fonte:
- Ansa
ROMA
(ANSA) – ROMA, 4 APR – Con un esposto presentato oggi alla Procura della Repubblica di Potenza il Codacons ha chiesto ai magistrati di estendere le indagini e verificare le responsabilità del Ministro per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, relativamente alla vicenda di Tempa Rossa che ha portato alle dimissioni di Federica Guidi. “Dopo le allarmanti notizie emerse in questi giorni sui quotidiani, e i retroscena portati alla luce da ‘Il Fatto quotidiano’, secondo cui vi sarebbero state pressioni dirette da parte delle compagnie petrolifere sul Ministero, sulla stessa Boschi e sui suoi collaboratori più stretti, finalizzate a far approvare il famoso emendamento nella forma più gradita ai petrolieri, è necessario che la magistratura chiarisca il ruolo svolto dal Ministero per i rapporti con il Parlamento”, spiega l’associazione. “Da quanto riportato prepotentemente agli onori della cronaca da tutti i media, stampa e siti web, – si legge nell’esposto – sembrerebbero aprirsi nuovi scenari e nuovi possibili coinvolgimenti in relazione all’approvazione dell’ emendamento alla legge di stabilità 2015, che avrebbe ‘sbloccato’ anche il progetto ‘Tempa rossa’”. Ancor “più anomale” – scrive l’associazione – le dichiarazioni che il ministro avrebbe rilasciato: “Il ministro per i rapporti con il Parlamento, cioè io, da regolamento deve autorizzare tutti gli emendamenti del governo”. Viceversa secondo il Codacons “nella realtà dei fatti il Ministro per i rapporti con il Parlamento non deve per regolamento autorizzare tutti gli emendamenti bensì “autorizzare la presentazione da parte dei Ministri nel corso dei procedimenti di esame parlamentare di emendamenti del Governo”. Il Codacons chiede alla Procura di Potenza di “valutare l’estensione delle indagini nei confronti del ministro per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, accertando eventuali responsabilità e il possibile configurarsi di fattispecie penalmente rilevanti come il reato di concorso in corruzione”. (ANSA).
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