INCHIESTA PETROLIO, CODACONS: DOPO INTERCETTAZIONI GOVERNO INCOMPATIBILE A INDIRE REFERENDUM
ASSOCIAZIONE SI COSTITUISCE PARTE OFFESA A POTENZA
Alla luce delle pesanti intercettazioni che hanno portato oggi alle dimissioni del Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il Governo risulta assolutamente incompatibile ad indire il referendum sulle trivellazioni. Lo afferma il Codacons, che annuncia battaglia legale contro l’esecutivo e i ministri coinvolti nello scandalo di queste ore.
“Quanto emerso a seguito dell’inchiesta condotta a Potenza dimostra l’intenzione di far fallire il referendum sulle trivellazioni, fissando la data delle consultazioni al 17 aprile, così da favorire il settore del petrolio e le società interessate – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il contenuto delle intercettazioni del Ministro Guidi verrà ora portato dinanzi al Tar del Lazio, dove pende il ricorso per annullare la data del referendum, per dimostrare ai giudici come l’unica via percorribile sia l’election-day”.
Il Codacons annuncia inoltre la propria costituzione di parte offesa nell’inchiesta aperta dalla magistratura a Matera, a tutela della collettività danneggiata dagli illeciti contestati, e in difesa dell’ambiente
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