13 Novembre 2020

Inchiesta “Mondo sepolto”, sei condanne in abbreviato

il business delle pompe funebri: decisi anche sequestri di denaro e risarcimenti
BOLOGNA – Chi non ha scelto la via del patteggiamento della pena, e dunque dell’ ammissione delle proprie responsabilità, è stato condannato con rito abbreviato. Condanne, ma soprattutto sequestri di denaro, spese processuali da pagare e risarcimenti per le parti civili (tra queste la Regione Emilia-Romagna, il Codacons, l’ Ausl e il Policlinico Sant’ Orsola e la Efi- Eccellenze funerarie italiane). A conti fatti su una quarantina, tra persone fisiche e società, le assoluzioni sono state solo 6. Alla prova dell’ udienza preliminare davanti al Gup Grazia Nart, ha pienamente tenuto l’ impianto accusatorio predisposto dalla Procura per l’ inchiesta “Mondo sepolto”, nata da un’ indagine dei carabinieri che ha portato alla luce una sorta di racket delle pompe funebri, con due cartelli di imprese che “controllavano” e si spartivano (pagando tangenti agli addetti in cambio di contatti con i familiari dei defunti), gli affari delle camere mortuarie degli ospedali Sant’ Orsola e Maggiore. Il processo è arrivato dopo l’ operazione del gennaio 2019, quando vennero indagati dal pm Augusto Borghini 65 persone e una serie di società che si occupavano di servizi funerari. Le accuse, a vario titolo, ipotizzate dall’ accusa erano “associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione di incaricato di pubblico servizio, riciclaggio e svariate violazioni contabili connesse alla responsabilità amministrativa degli enti”. Il giudice dell’ epoca Alberto Ziroldi a inizio 2019 autorizzò 27 misure cautelari (9 persone finirono in carcere, 18 agli arresti domiciliari e per tre società venne disposto il divieto di esercizio di attività di impresa). A luglio 2019 c’ erano già stati 19 patteggiamenti, tra cui quelli dei due uomini al vertice dei presunti cartelli: quattro anni per Giancarlo Armaroli, titolare della ditta “Armaroli Tarozzi” e tre anni e sei mesi per Massimo Benetti, presidente del Cif (Consorzio imprese funebri). Oggi 6 condanne in abbreviato, la più alta ad un anno e dieci mesi e altrettante assoluzioni. Ventidue patteggiamenti, fino a tre anni e sei mesi, a cui si aggiungono tre rinvii a giudizio e un proscioglimento in udienza preliminare. Nell’ abbreviato il Gup Grazia Nart ha inflitto oggi un anno e dieci mesi a Mario Bauccio, un anno e quattro mesi a Nunzio Casiero, dieci mesi a Domenico Evangelista, un anno a Sabrina Guerzoni, sei mesi a Carmelo Mascaro, un anno a Cesare Pepe. Sanzioni di 41mila euro per il Centro Servizi Funerari e da 20mila per la Ditta Grandi Mario srl. Casiero, Guerzoni, Mascaro e Pepe sono stati assolti da alcune imputazioni, mentre altri sei sono stati assolti da ogni accusa. I patteggiamenti hanno riguardato venti persone fisiche e le pene più alte sono per Manuela Dani, Daniele Bultrini e Giuseppe Venturi (tre anni e sei mesi), Marco Garuti e Giuseppe Parise (tre anni) e sanzioni pecuniarie a cinque società.
giuseppe baldessarro

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