28 Giugno 2013

Inchiesta compravendita senatori: De Gregorio chiede il patteggiamento

Inchiesta compravendita senatori: De Gregorio chiede il patteggiamento

NAPOLI – Sergio De Gregorio sceglie di patteggiare e uscire definitivamente di scena dal procedimento sulla compravendita dei senatori che lo vede imputato nelle vesti di parlamentare corrotto con il denaro elargito da Silvio Berlusconi affinchè trasmigrasse nello schieramento di centrodestra e determinasse la caduta del governo Prodi. La decisione concordata con la procura dall’ ex senatore, assistito dall’ avvocato Carlo Fabbozzo, ha caratterizzato l’ avvio dell’ udienza preliminare davanti al gup di Napoli Amelia Primavera chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di De Gregorio, del leader del Pdl e dell’ ex direttore dell’ Avanti Valter Lavitola, il quale avrebbe avuto nella vicenda un ruolo di intermediario. Il 19 luglio, in occasione della prossima udienza, il giudice, che ha intanto stralciato la posizione di De Gregorio, scioglierà la riserva e farà sapere se c’ è il suo imprimatur alla richiesta dell’ imputato di un anno e 8 mesi di reclusione, con pena sospesa. L’ iniziativa di De Gregorio di chiudere la sua partita con la giustizia, dopo le dichiarazioni rese nel corso degli interrogatori ai quali è stato sottoposto, potrebbe rappresentare un punto a sfavore del Cavaliere in questo procedimento dal momento che i giudici hanno in mano già un’ ammissione di responsabilità da parte di uno degli imputati, che coincide con l’ impianto accusatorio. Sempre alla prossima udienza il gup farà conoscere la sua decisione sulle due questioni principali proposte dai legali degli altri due imputati, gli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona (difensori di Berlusconi) e Gaetano Balice (che assiste Lavitola). Si tratta della competenza territoriale (i penalisti ritengono che il procedimento debba essere trasferito al Tribunale di Roma) e della richiesta di non luogo a procedere sulla base di una norma costituzionale (articolo 68) sulla insindacabilità dei voti e delle scelte dei parlamentari. In altre parole i difensori sostengono che non può essere sottoposta a giudizio la decisione di De Gregorio, che era stato eletto nelle liste dell’ Italia dei Valori, di votare contro il suo stesso schieramento e appoggiare il centrodestra, anche se fosse dimostrato essere la scelta conseguenza di una azione corruttiva (una dazione complessiva di tre milioni da parte di Berlusconi, secondo gli inquirenti). In aula a sostenere le ragioni dell’ accusa c’ erano i sostituti della Dda Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio. I pm si sono opposti alla richiesta di costituzione di parte civile avanzata dal leader dell’ Idv Antonio di Pietro, dando il proprio consenso invece alle analoghe richieste formulate dal partito Italia dei Valori e dall’ associazione Codacons. Il gup ha condiviso le argomentazioni dei pm. Enzo La Penna.

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