29 Marzo 2011

Incendio sulla A9, il Codacons chiede trasparenza

 
Giuseppe Crusco contesta il sistema degli appalti interni: «Maggiori garanzie con bandi pubblici» 
 

 
LOMAZZO «Chi di dovere stabilirà se l’incendio nel cantiere sulla A9 è opera della ‘ndrangheta, la vendetta di un privato o un semplice atto vandalico. Osservo però che se i lavori fossero stati appaltati con un bando di gara pubblico, forse non si verificherebbero casi di questo tipo».
A Giuseppe Crusco, responsabile territorio e ambiente di Codacons Lombardia, non è piaciuto come Autostrade per l’Italia ha gestito i lavori di una delle opere più grandi realizzate in Provincia di Como negli ultimi decenni.
Grazie a una normativa europea, Autostrade ha potuto affidare la realizzazione della terza corsia sull’A9 a una propria società, tagliando così di qualche mese i tempi di realizzazione del progetto. «Se però avessimo aspettato qualche mese in più – osserva Crusco – con un bando pubblico ci sarebbe stata maggiore concorrenza, e avremmo risparmiato fino al venti per cento: con i soldi restanti si sarebbe potuta avviare la costruzione della tangenziale di Como. Così, invece, controllato e controllore sono la stessa persona, e i prezzi li fanno loro: a pagare sono sempre i consumatori, e i pedaggi sono aumentati del quaranta per cento in nove anni».
Secondo l’esponente del Codacons, un gara d’appalto pubblica garantirebbe anche maggiori garanzie sul fronte della legalità: «Oggi la società affidataria può subappaltare a chi vuole, senza dare giustificazioni: tutto resta nell’ombra. Non dimentichiamo che Autostrade ha ottenuto in concessione una struttura pubblica: un po’ di trasparenza non guasterebbe».
 
 

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