Incendio ad Aruba, internet nel panico
ROMA. Oltre un milione di siti fermi ieri per il più grande blackout di Internet mai verificatosi in Italia. A causarlo un incendio sviluppatosi giovedì notte nella “server farm” di Aruba, il principale provider di servizi internet. La società, che ha sede ad Arezzo, ospita sui suoi server, provvedendo a connetterli a Internet, più di 1,25 milioni di siti web e gestisce più 1,65 milioni di domini registrati e 5 milioni di caselle di posta elettronica, anche certificata. Quella di Arezzo è la principale “webfarm” della società, che ha anche datacenter a Bologna e Milano e una seconda webfarm nella Repubblica Ceca. L’ incendio, domato intorno alle 8 di ieri, è avvenuto nell’ area Ups, quella dei gruppi di continuità che assicurano l’ energia elettrica ai server in caso di blackout, e ha obbligato l’ operatore a spegnere tutti i server, mandando offline per diverse ore centinaia di migliaia di siti italiani. Il blackout non ha però riguardato solamente i siti, ma anche le caselle di posta elettronica. Secondo i vigili del fuoco il rogo sarebbe stato causato da un cortocircuito negli armadi batterie a servizio dei sistemi Ups. La situazione è tornata alla normalità alle 16 di ieri. E ora il Codacons annuncia l’ intenzione «di intentare una class action in favore dei clienti» che hanno subito «un danno economico enorme». Per Aruba non è il primo incidente di questo tipo: un fermo di minore rilevanza era avvenuto il 6 ottobre 2010. Il blackout ha comunque risparmiato i siti dei principali mass media e i “naviganti” hanno potuto assistere al royal wedding di William e Kate. (m.v.)
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