25 Novembre 2014

In vista un taglio per le superpensioni della “falla” Fornero

In vista un taglio per le superpensioni della “falla” Fornero

ROMA. Tagliola sulle pensioni d’ oro dei grand commis di Stato per correggere una falla della legge Fornero. È l’ ultima novità che potrebbe trovare spazio nella Legge di stabilità, mentre la manovra si avvia a un esame lampo in aula alla Camera, dove potrebbe essere licenziata già nel fine settimana o al più tardi lunedì. La correzione sulle pensioni, però, così come una serie di altri nodi ancora da sciogliere, che vanno dall’ Irap alla Local Tax, potrebbero arrivare in seconda lettura al Senato, così come le nuove norme sul canone Rai. Solleva già polemiche l’ ipotesi circolata di una sanatoria sui giochi che al momento, secondo fonti di governo, ancora «non esiste». Mentre entra nel vivo l’ esame parlamentare, arriva dall’ Ufficio parlamentare di bilancio il primo Rapporto sulla politica di Bilancio 2015. Secondo l’ organismo guidato da Giuseppe Pisauro l’ impatto sul Pil del Tfr in busta paga oscilla tra +0,07 e +0,15 mentre la combinazione delle misure sull’ Irap, sulla decontribuzione e il bonus degli 80 euro consente di dimezzare il cuneo fiscale per i nuovi assunti con retribuzioni basse. Ma, ammonisce l’ Upb, se dovessero scattare le clausole di salvaguardia sull’ Iva, la pressione fiscale tornerebbe a salire arrivando nel 2017 «ai massimi dal 1995». L’ attenzione dell’ esecutivo, comunque, nelle ultime ore sarebbe concentrato a risolvere il problema pensioni su cui in realtà da tempo le richieste di intervento erano arrivate anche dal Parlamento. La falla creata dalla riforma del 2012 in sostanza rende possibile per chi rimane al lavoro oltre il limite della pensione di anzianità (pensione che viene calcolata con un mix di retributivo e contributivo) di portare a casa assegni superiori agli ultimi stipendi (anche fino al 135%). Si tratta delle professioni per cui si può rimanere al lavoro fino a 70 o 75 anni, come quelle di magistrati, medici, docenti universitari, che si possono trovare ad andare in pensione con 45 o 50 anni di contributi. L’ ipotesi su cui si starebbe lavorando sarebbe di fermare al limite degli anni di contribuzione per la pensione di anzianità il calcolo della pensione (42 anni e 6 mesi per gli uomini, 41 e sei mesi per le donne) in modo da evitare che gli anni aggiuntivi in cui si rimane al lavoro permettano di aumentare ancora l’ assegno previdenziale. Ma non è detto che l’ intervento sarà pronto già nelle prossime ore, in modo da introdurre la modifica già alla Camera, sia perché ancora si starebbe calcolando la quantificazione della platea degli interessati (nella versione minima sarebbero un centinaio, tutti grand commis come i consiglieri di Sta to e della Corte dei conti) ma anche perché ci sarebbe un problema di costituzionalità. La falla della legge Fornero, stando al Codacons, riguarda 160.000 persone e costa allo Stato 2,6 miliardi in 10 anni. «La clausola si salvaguardia voluta dall’ allora ministro del Lavoro Elsa Fornero – spiega l’ associazione in una nota fissava un tetto alle pensioni più ricche stabilendo che, a partire dal primo gennaio 2012, i lavoratori che pur avendo raggiunto i 40 anni di anzianità decidevano di rimanere in servizio fino ai 70 o ai 75 anni, avrebbero percepito una pensione non superiore all’ 80% del va lore dell’ ultimo stipendio. Tale clausola, che di fatto poneva un limite all’ importo delle pensioni erogate dall’ Inps, è però misteriosamente sparita con la conseguenza che circa 160.000 lavoratori che hanno già raggiunto i 40 anni di anzianità, grazie a tale “falla” potranno contare su un incremento progressivo della pensione, il cui importo sarà addirittura superiore a quello dell’ ultimo stipendio percepito». Intanto oggi la commissione Bilancio di Montecitorio riprenderà l’ esame degli emendamenti. E se anche fondi pensione (con l’ ipotesi di rivedere al ribasso l’ aliquota), Regioni e Imu sui macchinari sono temi che il governo ha scelto di affrontare a Palazzo Madama, sul tavolo dei deputati dovrebbero arrivare ancora diverse proposte dell’ esecutivo, dalla riforma dei patronati (con una riduzione del 50% dei tagli previsti ma anche una riduzione drastica delle strutture), a risorse per la lotta contro l’ amianto. Ma ci dovrebbe essere anche qualche novità legata al fondo famiglia, che potrebbe essere agganciato all’ utilizzo dell’ Isee, nonché una riforma del Fondo di sviluppo e coesione, volta, come viene spiegato, a una centralizzazione della gestione a a una maggiore finalizzazione delle ri sorse per le quali si indicherebbero alcune priorità strategiche. L’ altro tema su cui il governo sta lavorando è quello del canone Rai che potrebbe però essere anche rimandato alla complessiva riforma della governance dell’ emittente pubblica. In settimana ci sarà un incontro tra Sviluppo economico, Tesoro e Authority per l’ energia per vagliare l’ ipotesi di trasferire il canone in bolletta. Operazione «difficile» ha ribadito il presidente dell’ Authority Guido Bortoni, spiegando peraltro di non avere ricevuto ancora nessuna convocazione. SILVIA GASPARETTO.

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