In tanti a caccia di rimborsi dopo il fallimento di Odos
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fonte:
- La prealpina
BUSTO ARSIZIO – Dopo la Dentix, Busto Arsizio è alle prese con le conseguenze del fallimento di un’altra società di cure dentali. Odos Service ha dichiarato lo stop alle attività il 6 novembre scorso e ora iniziano a ad arrivare le prime richieste di rimborso da parte di chi aveva avviato finanziamenti, non può più contare su dentisti in grado di portare a termine il percorso e rischia di non rivedere quanto già anticipato. Alla sede di Federconsumatori si sono già rivolte sei persone e altre probabilmente si faranno avanti presto. Odos Service operava alla Casa della Salute di Borsano, in via San Pietro 1: la sede è frutto di una convenzione fra Comune e Asst Valle Olona, ma accoglieva la società del tutto privata. Chi ha attivato finanziamenti ora rischia di perdere parecchi soldi. Odos inviava i pazienti a compiere visite specialistiche in ospedale ma aveva dentisti che operavano come privati e facevano sottoscrivere cospicui finanziamenti. Per sperare di rivedere i soldi occorre agire come prescrive la legge, diffidando l’azienda per poter avviare l’iter che dovrebbe portare ai rimborsi. Certo, non è semplice perché la sede legale era a Limbiate e tutto cade sotto la giurisdizione del tribunale di Monza, che ha dichiarato l’avvenuto fallimento. Federconsumatori aveva già avviato diffide e messe in mora a Saronno. Adesso tocca ai bustesi. «Le pratiche sono del 2019 , i locali sono di fatto chiusi dal settembre 2020 – spiega Francesco De Lorenzo, di Federconsumatori – Fino a luglio i dentisti erano in servizio, chi si è presentato dopo l’estate non ha trovato nessuno. C’è chi ha chiesto conto in ospedale, ma non è venuto a capo di nulla». Di fatto, Asst Valle Olona si era espressa con una nota il 6 novembre scorso: «Riguardo il servizio per cure odontoiatriche nella forma di “odontoiatria sociale”, aggiudicato con gara d’appalto a Odos Service, siamo venuti a sapere il 30 ottobre che una sentenza del Tribunale di Monza ne ha dichiarato il fallimento il 28 ottobre. Ci impegniamo ad assicurare a coloro che si trovano nella situazione di cure odontoiatriche già avviate a Borsano e non concluse, la presa in carico nelle nostre strutture sanitarie». La promessa era di contattare gli utenti. Ed è così che molti, in at- a causa del Covid, hanno appreso del fallimento e dei soldi persi a causa dei finanziamenti avviati. Il 6 febbraio di quest’anno il sindaco di Limbiate è stato ascoltato in Commissione Sanità di Regione Lombardia, con i delegati di Acli Limbiate, che avevano raccolto le segnalazioni di diverse famiglie rimaste coinvolte. Lì sono centinaia le persone alle prese con perdite economiche dovute a prestazioni già pagate e mai realizzate. Intanto, prosegue la battaglia di chi cerca di riavere i propri soldi da Dentix. La catena di studi odontoiatrici ha chiuso un anno fa. Codacons ha scelto di avviare una class action al Tribunale di Milano, visto che dopo il primo lockdown nessuno nei tanti studi avviati in varie province rispondeva più a mail e telefonate. Il fallimento è stato dichiarato il 30 ottobre. A Busto si sono contate oltre cento denunce. Nei giorni scorsi, un gallaratese ha ottenuto giustizia davanti all’arbitro bancario finanziario: potrà recuperare quanto versato e non dovrà pagare le rate del finanziamento successive alla chiusura dello studio. In totale la spesa era di 4.500 euro. Angela Grassi
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