3 Maggio 2002

In aprile prezzi in frenata ma attenti ai tassi

Dalle prime stime Istat l`inflazione è salita meno rispetto a febbraio e marzo ma la Banca centrale europea mette in guardia

In aprile prezzi in frenata ma attenti ai tassi

Organizzazioni dei consumatori: difficoltà per le famiglie monoreddito




Roma – L`aumento mensile dei prezzi, nella stima provvisoria Istat, è in decisa frenata ad aprile, dopo la già positiva stabilità dei primi mesi dell`anno. L`inflazione è salita dello 0,3% mensile e del 2,4% annuale. L`incremento mensile è dello 0,1% in meno rispetto a febbraio e marzo. Il dato di ieri corregge l`anticipazione fornita dalle città campione, secondo cui i prezzi al consumo avevano segnato un +0,4% mensile, con l`inflazione inchiodata al 2,5%. I dati definitivi dell`Istat saranno diffusi il 16 maggio.
Ma già si può ragionare sulle componenti che hanno mostrato tensioni più vivaci.


Trasporti in rincaro.
Tra i diversi capitoli di spesa l`incremento mensile più sostanzioso dei prezzi al consumo si è registrato per i trasporti (+0,8%), per i prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,6%) e per gli alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+0,5%).


La tendenza.
A livello tendenziale gli aumenti più forti sono stati quelli di prodotti alimentari e bevande analcoliche e alberghi, ristoranti e pubblici esercizi, entrambi in rialzo del 4,2%. Hanno segnato invece una diminuzione il capitolo comunicazioni (-1,6%) e quello di abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,2%). I trasporti, infine, hanno fatto segnare un aumento dell` 1,9% rispetto ad aprile del 2001. E nonostante queste buone notizie dall`Italia, che solitamente era abituata a ricevere steccate da Bruxelles proprio sullo scarso impegno a contenere i prezzi, la situazione europea resta ancora `sotto osservazionè.


Rischio petrolio.
La Bce ha infatti deciso di lasciare invariati i tassi, soprattutto per contrastare il rischio inflazione, che deriva da fattori particolari e contingenti, come il rialzo del prezzo del petrolio.


Parla Duisenberg.
«Le prospettive per un ribasso dei prezzi – ha detto il presidente della Bce, Wim Duisenberg nella conferenza stampa a Francoforte – sono molto esigue. Tuttavia l`accelerazione dell`inflazione è dovuta a fattori particolari, come il rialzo del greggio». Per contenere l`inflazione, ha sottolineato Duisenberg, è importante proseguire sulla strada della moderazione salariale, necessaria sia per controllare i prezzi sia per non pregiudicare la crescita. Crescita che, per Eurolandia, dovrebbe arrivare, secondo la Bce, al 2-2,5% nei prossimi mesi e dovrebbe divenire solida entro il prossimo anno. Ma a questo punto diventa più difficile l`indice dei prezzi scenda sotto al 2% entro l`anno, come si prevedeva.


Confindustria concorda.
Su questo punto è concorde il chief economist di Confindustria, Giampaolo Galli: «Il quadro non è preoccupante ma almeno per l`Italia a fine anno l`inflazione sarà superiore al 2%». Il problema, in tempi di Unione europea, però non riguardano solo noi italiani: «Se le richieste di aumenti salariali avanzate dai sindacati tedeschi si tradurranno in realtà – dice Galli – sarà un problema per tutta l`area euro».


Aumenti e Arrotondamenti.
I rappresentanti dei consumatori italiani invece pensano ancora al raffronto con le lire. ?Aumenti e arrotondamenti hanno decurtato una settimana di stipendi a 47 famiglie su 100?, dice una nota di Codacons, Adoc, Adusbef e Federconsumatori. ?Molte famiglie monoreddito – aggiungono – erano abituate ad arrivare con lo stipendio in lire al 27 del mese, ora a malapena arrivano al 20-21 del mese, pur conservando le stesse abitudini?.

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